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Mauri: «Libri business strategico per Mondadori»

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l’ad a prima comunicazione

Mauri: «Libri business strategico per Mondadori»

In vista del Cda di Rcs MediaGroup del 2 marzo dove si discuterà della possibile cessione della libraria, Ernesto Mauri, amministratore delegato della Mondadori, spiega perché il gruppo di Segrate ha avanzato l'offerta di acquisto per Rcs Libri. Le prime stime di mercato quantificano l'operazione tra i 120 e i 150 milioni per una Rcs Libri valutata a bilancio nel 2013 a 180 milioni. Sempre nel 2013, Rcs Libri aveva fatturato 251,8 milioni con un margine operativo lordo di 4,2; mentre il fatturato libri Mondadori era a quota 334,3 con un margine operativo lordo di 46,2. Da due anni alla guida della Mondadori, Mauri ha ristrutturato tutti i settori dell'azienda, dai periodici al digitale e al retail, riportandola in pareggio dopo due anni di perdite e ora vede nel libro il futuro del gruppo, come racconta in un'intervista pubblicata sul numero di Prima Comunicazione su tablet dalle 15,00 di oggi 26 febbraio e in edicola da venerdì 27 a Milano e a seguire nel resto d'Italia.
“I due business fondamentali della Mondadori sono i periodici e i libri. Prima i libri avevano una marginalità inferiore ai periodici, adesso è il contrario e in più sono un settore dove il digitale non rappresenta un rischio ma una opportunità di crescita. È evidente che oggi i libri sono il business strategico e prioritario per Mondadori”, dice Mauri nell'intervista a Prima.
Il fatto che acquisendo Rcs Libri Mondadori arriverebbe a una quota di mercato vicina al 40%, caso unico in campo internazionale, ha provocato una levata di scudi da parte di molti autori ma anche del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini: “Il paragone va fatto sulle dimensioni totali di ciascun Paese”, ribatte Mauri nell'intervista a Prima. “Per dire, Hachette in Francia con il 25% del mercato è tre volte la Mondadori. In un mercato del libro di dimensioni ridotte come quello italiano, di fronte alla contrazione delle vendite a cui assistiamo da tre anni a essere minacciata è la solidità economica delle case editrici e di conseguenza la loro possibilitàd'investire. Prima di tutto sugli autori, che sono il vero patrimonio”.
E alle obiezioni sul rischio, in una concentrazione così forte, di perdita d'identità delle diverse case editrici, l'amministratore delegato della Mondadori dice nell'intervista a Prima: “Questa è un'obiezione che davvero capisco poco ed è smentita dai fatti. Come si può pensare che un editore non preservi i suoi marchi? Nell'attuale situazione del mercato italiano del libro per difendere le case editrici bisogna ritornare a fare profitti. E questa è la migliore garanzia d'indipendenza. Ricordo che negli anni Ottanta l'Einaudi era in gravissime difficoltà economiche: Mondadori l'ha rilevata all'inizio degli anni Novanta e da quel momento è stata una storia costante di successi editoriali e di crescita economica”.
Nel novembre 2014 la Mondadori ha riunito tutti i suoi marchi librari in una nuova società, Mondadori Libri, che da gennaio ha come vice presidente Gian Arturo Ferrari, già dominus dei libri a Segrate dal 1997 al 2009 in una stagione di grandi successi, e come nuovo amministratore delegato dell'area Trade Enrico Selva Coddè. Una scelta che Ernesto Mauri spiega così nell'intervista a Prima: “Quello che oggi nell'editoria libraria cambia il risultato è la capacità di gestire: ridurre i costi in relazione al fatto che i ricavi non salgono e mantenere allo stesso livello di prima la qualità dei prodotti. Selva Coddè è stato sei anni amministratore delegato di Einaudi con ottimi risultati, conosce benissimo la Mondadori, era responsabile anche della parte organizzativa e sa come gestire i momenti difficili. In più abbiamo appena nominato direttore generale dell'area Trade Giorgio Cavagnino, che mantiene la carica operativa che ha già in Einaudi”.

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