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Questo articolo è stato pubblicato il 13 dicembre 2011 alle ore 10:04.

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Atene ancora in cura dimagrante. Il licenziamento di altri 150mila dipendenti statali entro il 2015 per ridurre drasticamente la spesa pubblica: è questo quanto la troika - Fondo monetario internazionale, Unione europea e Banca Centrale Europea - chiede al governo Papademos ad Atene, come riferiscono oggi i principali giornali greci, precisando che questa è solo una delle misure che i rappresentanti dei creditori internazionali hanno chiesto ieri durante il loro incontro con il ministro della Riforma amministrativa, Dimitris Reppas.

Il ministro, sempre secondo i giornali, ha spiegato ai rappresentanti della troika - Matthias Mors, Mark Flamagan e Bob Traa - che la misura della sospensione temporanea dal lavoro del personale in eccedenza non ha dato i risultati desiderati, perché è stata applicata in fretta e senza la corretta valutazione del settore pubblico.

In più, secondo un comunicato del ministero, Reppas li ha informati su una serie di riforme realizzate in Grecia dal 29 agosto, giorno dell'ultima visita della troika, sino ad oggi.

STAMPA IN SCIOPERO - Prosegue intanto in Grecia l'agitazione dei dipendenti di tutti i mezzi d'informazione pubblici. A partire dalle 6.00 di oggi fino alla stessa ora di venerdi 16 dicembre, i dipendenti della Televisione, dell'Agenzia di stampa Ape-Mpe, delle stazioni radio delle autonomie locali e del canale tv del Parlamento, incrociano le braccia contro la politica governativa nel settore.

Per giovedì 15 dicembre, giorno del dibattito in Parlamento sull'emendamento che riguarda i mezzi d'informazione, è in programma una manifestazione in Piazza Syntagma, davanti al Parlamento.

LO SWAP - Resta sempre da definire l'accordo sull'haircut con i privati per i 200 miliardi di debito ellenico e una perdita a carico delle banche di 100 miliardi di euro così da far arrivare gli altri soldi pari a 130 miliardi del secondo piano deciso il 26 ottobre a Bruxelles che così si aggiungeranno a quello del maggio 2010 da 110 miliardi di euro. Tutti oggi dicono dopo il vertice dell'Immacolata a Bruxelles (cancelliere tedesco Merkel compresa) che questa sarà la prima e l'ultima volta che i privati saranno chiamati a partecipare "volontariamente" alle perdite di default controllato. È stato un errore di Berlino iniziato una domenica al vertice a due franco-tedesco di Deauville, che ha portato a questo disastro. Colpire il moral hazard quando i buoi sono scappati non è stata una buona idea.

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