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Se vince Brexit Londra rischia di perdere il mercato dei derivati in euro…

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verso il referendum del 23 giugno

Se vince Brexit Londra rischia di perdere il mercato dei derivati in euro (che vale 2mila miliardi)

LONDRA - Brexit rischia di far perdere alla City londinese uno dei suoi business più redditizi: il mercato dei derivati in euro, che vale migliaia di miliardi, potrebbe doversi trasferire in un Paese dell'Unione Europea. Questa è la volontà della Banca centrale europea, che da anni tenta di rettificare l'anomalia di un Paese che ha scelto di restare fuori dall'eurozona ma che domina il trading in euro.

Se il referendum del 23 giugno porterà a un'uscita della Gran Bretagna dall’Ue, quindi, la Bce potrebbe finalmente raggiungere l'obiettivo che si era prefissa da tempo di far tornare il trading sotto la sua giurisdizione. Lo scorso anno la Banca con sede a Francoforte aveva dovuto arrendersi in seguito a una vittoria legale ottenuta da Londra, che le aveva dato il diritto di continuare a gestire il trading dei derivati in euro.

In caso di Brexit però il mercato dei derivati in euro potrebbe trasferirsi a Francoforte, Parigi, o altrove nell’Ue con relativa facilità, secondo Christian Noyer, ex vicepresidente della Bce e governatore della Banca di Francia. «Se la Gran Bretagna lasciasse l’Ue, le autorità dell'eurozona non potrebbero più tollerare che una percentuale così alta di attività finanziarie che riguardano l'euro sia svolta all'estero, - ha detto Noyer. – Già adesso è molto difficile per i Paesi dell'Eurozona accettare il fatto che la maggior parte degli scambi in euro avvengono fuori e oltre il controllo della Bce».

Per la Bce avere la supervisione del settore non è questione di prestigio ma di necessità, dato che in caso di una crisi finanziaria come quella del 2008 sarebbe responsabilità della Banca centrale gestirla.

Allo stato attuale Londra gestisce 2mila miliardi di euro di scambi solo di derivati in euro e finanziamenti a breve per le banche, più una cifra imprecisata di scambi forex in euro.
Finora in Gran Bretagna il dibattito in vista del referendum di giugno si è concentrato sugli aspetti commerciali e sull'immigrazione. Il fronte favorevole a Brexit sostiene che liberandosi dal “giogo di Bruxelles” Londra non sarebbe più soggetta a vincoli imposti dall'esterno e rafforzerebbe la sua posizione di grande centro finanziario globale.

Secondo Nigel Farage, leader di Ukip, il partito anti-Ue e anti-immigrazione, «gli stessi timori erano stati espressi 15 anni fa quando si trattava di aderire all'euro, - ha detto. – La minaccia era che tutto si sarebbe trasferito a Francoforte. Avevano torto allora e hanno torto adesso».

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