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Questo articolo è stato pubblicato il 19 aprile 2014 alle ore 14:19.
L'ultima modifica è del 19 aprile 2014 alle ore 14:33.

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Pasqua di crisi o di ripresa? Non c'è uniformità di giudizio tra gli operatori del settore. Da un lato la Confederazione italiana agricoltori (Cia) che indica un calo negli acquisti di uova di cioccolato (da 35 a 32 milioni) e di colombe (da 30 a 27 milioni). Una tendenza negativa confermata dalla Fipe, secondo cui solo il 14% dei ristoratori prevede un incremento dell'attività nei giorni di Pasqua e Pasquetta rispetto allo scorso anno.

Con prezzi medi per il menu "tutto compreso" intorno ai 40 euro ed una spesa prevista di 160 milioni di euro per il giorno di Pasqua e di 96 milioni per il lunedì di Pasquetta.
Anche Antonello Marzolla, segretario nazionale Usarci (agenti di commercio), conferma una flessione nelle vendite non solo di dolci per le feste, ma pure di farina, pollame, carne e uova. Con una crescita limitata alle sole uova di gallina e non di cioccolato. «È vero che la flessione è meno marcata rispetto a passato - precisa Marzolla - ma è comunque un calo ulteriore che si aggiunge a quello precedente. E che, per i prodotti dolciari, colpisce sopratutto le aziende che si collocano nella fascia medio-bassa».
Sul fronte opposto, tuttavia, giungono segnali decisamente positivi da alcune aziende che producono colombe e uova pasquali. Per Alberto Balocco, amministratore delegato dell'omonima industria dolciaria di Fossano (Cuneo), Pasqua ha portato una crescita complessiva del 19%, con un incremento del 9% per le uova, del 16% per le colombe in formato standard e del 129% per le colombe mignon. Per un totale di 8 milioni di pezzi commercializzati nel periodo festivo. Un trend confermato dall'altra azienda dolciaria fossanese, la Maina. L'amministratore delegato, Marco Brandani, registra una tenuta delle vendite di uova - che si collocano nella fascia alta e non risentono delle difficoltà di prodotti più diffusi - accompagnata da una crescita complesiva del 15% nelle vendite di colombe. Premiate soprattutto quelle tradizionali (+20%) mentre per le farcite la crescita è del 12%.

E le feste premiano anche la Elah Dufour Novi che vede la vendite di uova e di ovetti di cioccolato in crescita a due cifre. Per un totale di oltre mille quintali di uova e di 2mila quintali di ovetti.
«È vero che, nel complesso, non siamo ancora usciti dalla crisi – afferma Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Torino – ma non si registrano cali vistosi e generalizzati. Si riduce il consumo di latte fresco ma aumenta l'acquisto di latte arricchito, vitaminizzato. E non si può dimenticare la crescita delle esportazioni per il settore agroalimentare, anche verso nuovi mercati». La conferma arriva dall'ambasciatore kazako Andrian Yelemessov che, a Napoli, ha evidenziato come ci siano ampi margini di crescita proprio nella commercializzazione di prodotti agroalimentari. Ribadendo quanto sostenuto nell'incontro con Daniele Lazzeri, direttore del centro studi Ndg, in un incontro sulle opportunità di sviluppo delle relazioni internazionali.

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