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Apple si affida alla nuvola di Google per alcuni servizi iCloud. Il…

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I COSTI DELLA NUVOLA

Apple si affida alla nuvola di Google per alcuni servizi iCloud. Il motivo? Costa meno di Amazon

L'ufficialità della notizia, da parte dei diretti interessati, non c'è e probabilmente (anche nel caso in cui le indiscrezioni fossero confermate) non ci sarà mai. Sta di fatto che quanto pubblicato dal sito specializzato Crn apre a un'orizzonte per lo meno curioso nel variegato mondo dei servizi cloud. Apple avrebbe infatti deciso di affidarsi all'infrastruttura di Big G (la Google Cloud Platform) per alcuni suoi servizi iCloud, rimuovendoli dalla piattaforma Amazon Web Services. Il motivo? Ridurre di circa la metà gli oneri per l'affitto dei server del gigante dell'e-commerce, che costerebbe al cassiere di Cupertino (le stime sono di Morgan Stanley) qualcosa come un miliardo di dollari l'anno. Il colosso di Mounatin View, invece, si accontenterebbe di una cifra tra i 400 e i 600 milioni di dollari.

Per la migrazione servirà un anno
Detto che sulle cifre in gioco c'è assoluto riserbo delle parti, la mossa di Apple in direzione della propria rivale non sarebbe comunque (almeno per l'immediato) una bocciautra definitiva per la piattaforma di Amazon, che si è divisa l'onere/onore di far funzionare i servizi online della Mela con il cloud di Microsoft, Azure. Per la transizione da un'infrastruttura all'altra, in ogni caso, serviranno secondo i bene informati almeno dodici mesi.

La sfida per vincere nei servizi cloud
Il caso, se tale lo si può definire, è solo l'ultimo di una serie di colpi, soprattutto a livello di listino prezzi, sparati da Google e Aws per predominare nel mercato dei servizi di public cloud. Da citare, fra le varie tappe della disfida, l'affondo di Big G di inizio anno per sbandierare pubblicamente come i costi dei propri servizi siano fino al 41% inferiori rispetto a quelli di Amazon.
Apple, da parte propria, è nel frattempo impegnata nella realizzazione di nuovi data center in Irlanda, Danimarca e Stati Uniti (Nevada e Arizona) e nel potenziamento della struttura di Prineville, in Oregon. L'idea di sganciarsi del tutto o quasi dalla concorrenza per supportare in modo adeguato il proprio ecosistema di app e servizi digitali non è, dalle parti di Cupertino, certo remota.

(G.Rus.)

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