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Ferrari, Wall Street si divide: quanto è davvero di lusso il…

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dopo la quotazione

Ferrari, Wall Street si divide: quanto è davvero di lusso il titolo?

NEW YORK - Ferrari riscuote ammirazione unanime per le sue vetture. Meno, adesso che è quotata a Wall Street, per i suoi titoli sotto il simbolo Race: gli analisti di numerose grandi banche hanno avviato ieri, come da tradizione circa un mese dopo il collocamento, la copertura delle azioni della casa di Maranello. E ce n'e' per tutti i gusti: comprare, tenere e anche vendere.

La diversità delle opinioni verte su un nodo: non tanto se l'azienda vada considerata un gruppo del lusso oppure di auto, con annessa differenza di multipli sostenibili (a danno delle auto, naturalmente). Quanto in che misura sia davvero paragonabile ai classici produttori di abbigliamento, accessori e altri beni di estremo prestigio. Una differenza salta all'occhio: un vestito, per quanto sofisticato, in ricerca, materiale e ingegneria e' assai meno complesso di un esclusivo bolide a quattro ruote.

Il titolo, nell'incertezza, sta soffrendo. Ha ceduto il 18% dai massimi raggiunti nel primo giorno di scambi, in ottobre. E si trova adesso anche al di sotto del prezzo di collocamento, 52 dollari, dopo una caduta ieri che ha sfiorato il 4% a quota 49 dollari.

Vediamoli in maggior dettaglio i protagonisti di questa polemica, o quantomeno alcuni di loro. Ubs e Merrill Lynch hanno espresso fiducia in un target che riporti il titolo a 60 dollari entro dodici mesi, grazie a quella che vedono come la sicura crescita delle vendite - Ferrari limita la produzione di vetture e la domanda supera sempre l'offerta - come dei profitti e della visibilita' del marchio. Un pronostico che si traduce in una raccomandazione di buy, comprate il titolo.

JP Morgan, che pure è stata alla stregua di Ubs tra le banche sottoscrittici del collocamento Ferrari, ritiene invece il titolo della Rossa sia oggi vicino ad un livello di fair value e ha un target annuale di 52 dollari accompagnato da un giudizio di hold, vale a dire di tenere il titolo in portafoglio senza cederlo ma neppure farne oggetto di nuovi investimenti. BNP Paribas è ancora più prudente, con un target di 46 dollari giustificato da previsioni di profitti solidi nel medio periodo ma che comunque resterebbero inferiori ad altri colossi del lusso.

È Evercore ad avere l'opinione più estrema tra i pessimisti: ha un target di soli 40 dollari per Ferrari e un consiglio agli investitori di sell, cioe' di vendere il titolo. La ragione? Vede costi elevati e margini di profitto inadeguati a sostenere le attuali valutazioni da marchio di super-lusso.

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