SIDERURGIA

A Terni produzione di titanio al palo

di Matteo Meneghello

2' di lettura

La produzione del Tubificio continua a crescere, ma rischia invece di restare un miraggio, a Terni, il ritorno alla produzione di acciaio al titanio. La scelta, sostenuta nel 2015 dall’allora amministratore delegato di Ast, Lucia Morselli (attraverso un accordo commerciale con Loterios, player che rappresenta la multinazionale Timet) sta incontrando difficoltà, e la produzione è vicina allo stop. In un recente incontro tra le organizzazioni sindacali e l’attuale ad Massimiliano Burelli, convocato per fare il punto sulle ex partecipate di Ast, è stato detto «che non ci sono più da qualche mese gli ordinativi» spiega il sindacato.

Un’affermazione che, nel giudizio di Fim-Fiom-Uilm-Fismic-Ugl «conferma quello che più volte e ripetutamente abbiamo denunciato negli ultimi due anni: al netto di possibili e future nuove commesse o collaborazioni, a oggi gli impianti di titanio sono in stand by, con il personale ricollocato in altri reparti di Ast». Lo stesso ad Burelli aveva spiegato, nei mesi scorsi al Sole 24 Ore, che quello del titanio è «un mercato difficile, con un base clienti limitata, e non naviga in cattive acque».

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Positive, invece, come detto, le prospettive del Tubificio. Dal confronto con i vertici aziendali è emerso «un andamento positivo dal punto di vista produttivo, occupazionale e degli ordinativi». L’obiettivo, entro il 2019, è raggiungere una produzione di 90mila tonnellate, rispetto alle attuali 65mila. L’azienda, sottolinea il sindacato, «sta adeguando la forza lavoro per il raggiungimento degli obiettivi».

Per quanto riguarda la Società delle Fucine, sono confermati i programmi relativi all’acquisizione di nuovi ordini e clienti, soprattutto nel settore dei cilindri e dell’industria, con previsioni di crescita nel prossimo biennio. Resta critica, a livello globale, la situazione del mercato dei prodotti destinati al settore dell’energia. Per rendere più competitivi i fucinati «sono in essere investimenti su impianti, attrezzature e ricerca - spiega il sindacato - che lasciano presagire l’intenzione di mantenere e rafforzare il business nelle sue diverse collocazioni».

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