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Questo articolo è stato pubblicato il 12 maggio 2011 alle ore 17:05.
AppsBuilder è un'officina per costruire applicazioni software a partire da un'idea, ma senza conoscenze di informatica. Richiama piuttosto l'abilità di aggiungere i mattoncini lego uno accanto all'altro. Chi arriva sul pannello digitale può comporre ogni parte del software come un gioco dove incastrare le tessere con mouse e tastiera. E vedere alla fine il risultato su iPhone, iPad e cellulari con sistema operativo Android.
Se l'utente ha le idee chiare, può arrivare a concludere il processo in poco tempo e avere un'applicazione: ma per renderla operativa è necessaria la pubblicazione nei negozi digitali dell'App Store Apple e di Android Market. La piattaforma AppsBuilder arriva da una startup italiana, ma è in inglese per ampliare il pubblico di utenti. Deriva dall'intuizione di due studenti-imprenditori della facoltà di ingegneria informatica del Politecnico di Torino, Daniele Pelleri e Luigi Giglio. Hanno affiancato l'attività di sviluppatori software agli studi universitari nella sede di Ivrea dell'ateneo piemontese, a pochi minuti di distanza dalle loro abitazioni.
"Le aziende chiedono applicazioni personalizzate, magari perché vogliono il loro brand su uno store, oppure sono interessate a esplorare altri canali di comunicazione", dice Pelleri. E poi spiega la scintilla scoccata con AppsBuilder: "Il processo per costruirle è simile: abbiamo pensato di creare un servizio fai da te in modo da risparmiare su spese che, in genere, sono come minimo di 5mila euro". Durante l'estate hanno lanciato una versione sperimentale della loro officina per il montaggio digitale: in poco tempo hanno richiamato 2mila utenti a curiosare e mettere le mani nel banco di prova elettronico.
Alcune aziende hanno anche assemblato il loro software: Crestron Electronics è un gruppo con 2500 dipendenti specializzato in domotica e ha progettato un'app per riunire i suoi messaggi pubblicati nei social network, come Facebook e twitter. Dopo aver visto che l'idea funzionava i due studenti hanno chiesto il supporto di Annapurna Ventures, un incubatore tecnologico fondato da Massimiliano Magrini, ex amministratore delegato di Google.
A differenza di altre piattaforme simili, la costruzione con AppsBuilder è gratuita se l'utente accetta di ospitare nel software gli annunci pubblicitari gestiti dalla startup: altrimenti può decidere di sottoscrivere un canone annuale. Inoltre, come è noto, la pubblicazione delle applicazioni nelle vetrine digitali ha un costo: 99 dollari con Apple (iOS developer program) e 25 dollari per Android con la registrazione come sviluppatori.
AppsBuilder sarà disponibile anche con Windows. E per i blogger ha lanciato un plugin Wordpress in grado di semplificare la distribuzione con le apps. Ma l'interesse per le vetrine digitali è in continuo aumento. Secondo la società tedesca di analisti Research2guidance ad aprile sono arrivate 11mila nuove applicazioni nell'App Store e 28mila nell'Android Market.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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