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Questo articolo è stato pubblicato il 05 aprile 2014 alle ore 16:41.

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Per qualcuno le arti figurative sono morte, i musei che espongono produzioni contemporanee sono poco più che wunderkammern e là fuori è tutto un traffico di critici strapotenti, galleristi spregiudicati e performer sopravvalutati. Non tutti, per fortuna, condividono questa visione apocalittica: lo dimostra la recente esperienza di Piazza delle Arti, il primo portale web che qui da noi si pone come mission la creazione di una «rete» tra artisti, mecenati e semplici appassionati di pittura, scultura, fotografia, fumetti, design, street art e digital art.

Funziona più o meno come un social network: chiunque può iscriversi, ciascuno con le proprie particolari prerogative. Gli artisti hanno la possibilità di «esporre» virtualmente il proprio materiale, promuoverlo senza dover investire risorse economiche. I mecenati, passando in rassegna le opere caricate online, possono scegliere quale «ospitare». Dove? Nel salotto di casa, se si tratta di vip, nelle sale affollate dai clienti se si tratta di pubblici esercizi come bar, ristoranti, pub e via discorrendo. I semplici appassionati possono registrarsi come visitatori e condividere sui social network i lavori che apprezzano di più. Tutto gratis.

I numeri dell'iniziativa testimoniano che esiste un certo movimento là fuori: l'esperimento è partito a gennaio scorso e fino a oggi ha raccolto l'adesione di 1.200 creativi che hanno caricato sul portale le foto di settemila opere. Tra i mecenati non mancano i nomi illustri: dall'attrice Francesca Cavallin alla speaker di Radio Italia Paola Gallo. E poi i locali, alcuni dei quali di assoluto prestigio. Chi c'è dietro al progetto? Un gruppo di professionisti dell'arte e dell'informazione, tra i quali il giornalista di origini svizzere Cris Thellung, grande appassionato di fotografia. «Siamo partiti – racconta - da una consapevolezza: per un artista contemporaneo lo scoglio della promozione è quasi insormontabile, a meno che non si abbiano a disposizione grandi capitali. Piazza delle Arti abbatte in un certo senso questa barriera, mettendo virtualmente in rete chi crea, chi apprezza l'arte e chi punta a fare qualcosa di concreto per promuoverla».

Per ora si tratta di un'iniziativa totalmente no profit, «vogliamo comprendere bene – prosegue Tellung – le dimensioni che il progetto riesce ad assumere». Un domani, chissà, potrebbe ospitare banner e inserzioni pubblicitarie. Anche Facebook e Twitter in effetti partirono come esperimenti senza scopo di lucro e poi sono finite a Wall Street.

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