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Questo articolo è stato pubblicato il 02 giugno 2013 alle ore 14:33.

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Non ci sono scuse o attenuanti. Per Giorgio Napolitano 18 mesi è un tempo appropriato per le riforme. E sul presidenzialismo? «Non parlo nè oggi nè mai», afferma, incontrando i giornalisti al Quirinale, preferendo non intervenire su una questione che investe direttamente il suo ruolo. Per quanto riguarda la durata (e la tenuta) dell'esecutivo Letta, il capo dello Stato, al suo secondo mandato, spiega che «il governo senza dubbio è a termine», per poi aggiungere che «assolutamente» non c'è una scadenza per l'esecutivo attuale di larghe intese. «Apprezzo la scelta dei partiti che comporta sacrifici», continua, facendo riferimento alla decisione di dare vita a un governo composito dal punto di vista politico, che vede lavorare gomito a gomito esponenti del Pd e del Pdl. «Sono scelte che comportano sacrifici», riconosce Napolitano ma - aggiunge anche il presidente - ora si deve insistere sulle riforme, perché «questa volta dobbiamo riuscirci».

Sulla legge elettorale: può darsi che ci sia una sentenza della Consulta
Quando parla di riforme, il capo dello Stato fa riferimento a quella della legge elettorale. I partiti, sottolinea, non devono essere più attaccati «alla propria bandiera, al proprio modello», di legge elettorale: «questa volta bisogna uscirne» e ciò non significa che si debba tornare per forza «ad un proporzionale puro». La riforma della legge elettorle non può essere elusa, anche perché «può darsi che ci sia una nuova sentenza della Consulta, che questa volta potrebbe indicare con più precisione i punti da modificare» della legge attuale, come il premio di maggioranza senza soglia di accesso».

E poi c'è l'economia che non cresce. L'Italia, ricorda Napolitano, è determinata a sfidare la crisi. È questo, secondo il presidente, il punto fermo da cui occorre partire per celebrare la festa del 2 giugno.

Italia determinata a sfidare la crisi
In un messaggio inviato al ministro della difesa Mario Mauro in occasione della parata ai Fori Imperiali per il 67esimo anniversario della Repubblica - quest'anno in tono minore, con 3.300 militari impegnati ma senza cavalli e con l'assenza delle frecce tricolori - il capo dello Stato ha infatti ricordato che la sfilata delle forze armate rappresenta «con la compostezza del portamento, un Paese orgoglioso della propria storia e della propria cultura e determinato a superare l'attuale difficile contingenza». Napolitano ha assistito alla parata dalla tribuna d'onore. Accanto a lui il presidente del Senato Pietro Grasso e la presidente della Camera Laura Boldrini insieme al premier Enrico Letta. In precedenza il presidente si era recato all'Altare della Patria per deporre una corona di fiori al Milite ignoto. In un altro messaggio - questa volta inviato al capo di Stato maggiore della Difesa, ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, Napolitano ha voluto sottolineare che le missioni all'estero danno un contributo essenziale alla pace.

Napolitano: giusta sobrietà della manifestazione
«La tradizionale Parata militare - si legge nel messaggio inviato al ministro della Difesa - ha consentito anche quest'anno di unire cittadini e istituzioni nella celebrazione della nascita della Repubblica. Ho apprezzato l'appropriata concezione e l'organizzazione dell'evento e, in modo particolare, come ella abbia inteso conferire giusta sobrietà alla manifestazione, attribuendo centralità ai simboli della Nazione e agli uomini e le donne delle Forze Armate e delle rappresentanze dello Stato e della società civile, che quotidianamente si prodigano con professionalità e sacrificio al servizio del Paese e della comunità internazionale» (An.C.).

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