Economia

«Troppi ritardi nella diffusione della banda larga»

  • Abbonati
  • Accedi
DIGITAL DIVIDE

«Troppi ritardi nella diffusione della banda larga»

Claudio Costamagna, presidente della Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), inserisce a Bologna il tema dell'innovazione nel più ampio quadro del cambiamento del Paese e propone una visione della Cdp come quella di un soggetto economico-finanziario in grado di accelerarlo. Formula un pensiero sull'innovazione fortemente improntato alla cultura anglosassone che privilegia la Ricerca & Sviluppo formalizzata e contabilizzata sui bilanci. Elenca i ritardi nella diffusione e nell'effettiva piena funzionalità di internet e della rete, che riguardano soprattutto i comportamenti dei consumatori (dalla spesa online all'e-banking, in cui le percentuali di utilizzo sono inferiori rispetto allo standard europeo), ma che rimangono un punto tutto da comprendere nella realtà effettiva delle imprese. Ricorda i ritardi infrastrutturali, che non possono non influenzare la competitività complessiva del Paese.

Il banchiere chiamato da Renzi alla guida di Cdp, intervistato dal vicedirettore del Sole 24 Ore Alessandro Plateroti, tiene a Bologna un discorso sul tema della mutazione necessaria per l'Italia. Una mutazione in cui la Cdp diventa un tassello essenziale del mosaico complessivo. Anche perché essa è in grado di arrivare – pur con criteri di efficienza e di governance che poco hanno a che fare con il vecchio statalismo - laddove non arriva normalmente il così detto mercato, che appunto si muove su esclusivi criteri di razionalità e convenienza economica. Il che può accadere nelle infrastrutture tecnologiche, con l'annosa questione della cablatura con la banda ultra-larga di tutto il Paese, incluse le zone dove non è economicamente conveniente andare a posare la fibra. Esiste poi un tema di assetti culturali e di equilibri economici più profondi che determinano lo stato delle cose del nostro capitalismo e della nostra società.

«Da quando sono alla guida della Cdp, ho ricevuto innumerevoli operatori che vogliono investire in Italia. È un momento magico», dice. La modernizzazione infrastrutturale del Paese fa il paio, secondo Costamagna, con quella delle sue imprese: «La manifattura italiana fa cose mirabili. Ma, arrivata a un certo punto, incorre in uno stop. Credo che sarebbe essenziale introdurre e sviluppare anche da noi la cultura della Borsa e la mentalità della separazione nell'impresa fra la proprietà, che può restare in capo alla famiglia fondatrice, e il management, che ne orienta le decisioni di fondo e ne gestisce la quotidianità. Peraltro, si tratta di un cerchio che si chiude: se ti quoti e cresci, avrai le risorse con cui attuare la Ricerca & Sviluppo essenziale per aprire nuove fasi di sviluppo che, a loro volta, consentiranno aumenti di scala».

© Riproduzione riservata