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Questo articolo è stato pubblicato il 28 agosto 2013 alle ore 08:22.

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Poco più di 5mila cattedre per quasi 120mila insegnanti precari. E altre (circa) 5500 assunzioni sul filo del rasoio con il calvario burocratico del "concorsone" 2012. Le prime campanelle suonano il 5 di settembre, ma migliaia di dirigenti scolastici e professori non sanno ancora dove (e se) entreranno in ruolo nel 2013/2014. Il via libera del Consiglio dei Ministri all'immissione in organico di 11.268 docenti e 672 presidi aggiusta un tassello in un sistema che fa acqua. A litri: i "docenti precari" sbalzati da un istituto all'altro, secondo alcune stime, sono 116.973.

Sulle poco più di 11mila assunzioni autorizzate dal Governo, il 50% andrà ai professori inseriti nelle graduatorie a esaurimento, le cosidette GaE, la restante metà dovrebbe essere assegnata ai vincitori della selezione effettuata nel 2012. Ma i problemi emergono con l'uno e l'altro canale. Sul fronte GaE, c'è la sproporzione tra meno di 6mila assunzioni e quasi 120mila docenti candidabili. Lo spiega il responsabile del Centro studi di Gilda, Gianluigi Dotti: «Le posizioni in organico di diritto sono 609mila - dice Dotti-. E già tra quelle mancano all'appello tra le 20 e le 30mila cattedre. Se si aggiungono le 100mila posizioni in più di fatto esistenti nell'insegnamento, 120mila è una cifra credibile».

Sul fronte "concorsone", l'imputato è il tempo. O meglio, la tempistica. Se le graduatorie che designano i vincitori non saranno ufficializzate entro il 31 agosto, gli assegnatari dovranno aspettare (almeno) un altro anno per entrare in ruolo. Già tre regioni come Toscana, Lazio e Sicilia sono in difficoltà nel superare la soglia minima del 50% di liste approvate. Con il risultato che, su scala nazionale, circa il 25% delle "classifiche" non sarà a disposizione nei termini stabiliti. Una voragine di disorganizzazione che sta costringendo i provveditorati a pescare tra gli idonei delle selezioni precedenti: 1999 o addirittura 1990. In cattedra, sì. Ma due decenni, tre anni e 16 governi dopo.

Il tutto, in un sistema che non tiene conto delle differenze numeriche tra regione e regione. E del saliscendi tra iscrizioni, numero di studenti ed esigenza in cattedre specifiche: i soli insegnanti di sostegno, secondo i dati Gilda, crescono a ritmo di 4mila unità l'anno. La divisione esatta delle 11.268 posizioni prevede 1.274 posti scuola dell'infanzia, 2.161 posti scuola primaria, 2.919 posti scuola secondaria di primo grado (le scuole medie), 3.136 posti scuola secondaria di secondo grado (le superiori), 1.648 posti per il sostegno e 68 educatori "statalizzati".

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