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Questo articolo è stato pubblicato il 23 luglio 2015 alle ore 06:47.

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BRUXELLES

La Commissione europea ha assicurato ieri che vi è un nuovo dinamismo nei rapporti tra la Grecia e le istituzioni creditizie dopo l’accordo raggiunto la settimana scorsa dopo 17 ore di negoziato tra i capi di stato e di governo della zona euro. I negoziati in vista di un nuovo pacchetto di prestiti potrebbero terminare nella seconda metà di agosto. Nel frattempo, secondo Eurostat il debito pubblico greco è sceso nel primo trimestre, ma difficilmente la riduzione segnala una svolta.

«I negoziati in vista di un nuovo memorandum sono appena iniziati – ha detto ieri in una conferenza stampa Pierre Moscovici, il commissario agli affari economici -. C’è in atto un nuovo dinamismo». Interpellato sulla tempistica delle trattative, l’uomo politico francese ha detto di prevedere la fine del negoziato «nella seconda metà di agosto». L’obiettivo è di stilare un nuovo memorandum, il terzo in cinque anni, con il quale concedere nuovi prestiti alla Grecia fino a 86 miliardi di euro.

Il Parlamento greco dovrebbe approvare questa sera un nuovo pacchetto di riforme economiche, tra le quali un nuovo codice di procedura civile così come nuove regole europee di gestione delle crisi bancarie. Moscovici ha parlato di «buoni progressi». E ha precisato: «Vogliamo essere metodici, esigenti, ma senza caricare troppo la barca». Riferendosi al negoziato, su cui pesa lo scetticismo di molti dopo il forte risentimento tra le parti in questi mesi, Moscovici ha detto: «Bisogna avanzare insieme in buona fede».

Sempre sul fronte greco, Eurostat ha annunciato che l’indebitamento greco è sceso a sorpresa nel primo trimestre al 168,8% del prodotto interno lordo, rispetto al 177,1% dell’ultimo trimestre del 2014. Si tratta del calo più netto tra i paesi della zona euro (il debito italiano in compenso è salito dal 132,1 al 135,1% del Pil). Il calo dell’indebitamento greco, tutto temporaneo, è da imputare al ritorno ai partner europei di fondi non utilizzati per le ricapitalizzazioni bancarie.

In un recente rapporto del Fondo monetario internazionale, il debito greco sarà nel giro di due anni vicino al 200% del Pil, a causa anche del forte rallentamento dell’economia negli ultimi mesi. Nel 2022, sarà al 170% del Pil (si veda Il Sole/24 Ore del 15 luglio). In occasione del recente vertice della zona euro, i creditori si sono detti pronti ad alleggerire il passivo, allungando le scadenze e riducendo i tassi d’interesse, ma solo quando verrà fatta una prima valutazione del prossimo memorandum.

Intanto, sempre ieri, la Commissione ha proposto di modificare le regole di funzionamento del fondo comunitario Efsm, utilizzato venerdì scorso per concedere un prestito-ponte d’emergenza al governo Tsipras di 7,6 miliardi di euro. La linea di credito è giunta dopo un lungo negoziato. Pur di convincere i Paesi non appartenenti alla zona euro, è stato deciso di collegare il prestito a un collaterale. Con la proposta di ieri, che deve essere ora approvata dai Ventotto, tutti i prestiti dell’Efsm saranno garantiti.

Non è chiaro se la scelta sia stata determinata dal fatto che la Grecia potrebbe avere nuovamente bisogno del denaro dell’Efsm in agosto, se le trattative dovessero andare a rilento. C’è sempre il timore che il governo Tsipras eviti o annacqui le riforme promesse. Il commissario agli affari economici ha sottolineato ieri: «Vogliamo l’applicazione dell’accordo trovato in occasione del recente vertice della zona euro. Tutto l’accordo. Solo l’accordo».

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