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Questo articolo è stato pubblicato il 25 febbraio 2014 alle ore 06:43.

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MILANO
«Per le attività della voluntary disclosure l'amministrazione finanziaria si impegna a un approccio sostanziale». Parola di Antonio Martino, responsabile all'agenzia delle Entrate dell'Ufficio centrale per il contrasto agli illeciti fiscali internazionali. Una promessa, in pratica, di comportamenti improntati più al buon senso che alla formalità, pur nel rispetto delle indicazioni normative che governano il rientro dei capitali. Sia guardando al decreto legge 4/2014 sia alle altre norme che presidiano monitoraggio fiscale, presentazione delle dichiarazioni, calcolo delle imposte dovute e delle annualità accertabili.
Anche per la segnalazione post-disclosure dall'Agenzia all'autorità giudiziaria – aspetto che preoccupa professionisti e operatori – Martino ha fornito una posizione rassicurante: «La segnalazione avverrà solo per i fatti costituenti reato», ha detto alla platea, ricordando anche che la stessa attività di disclosure può portare a escludere alcune fattispecie. Ha infine voluto fugare i timori di approcci differenziati sul territorio, da parte dei diversi uffici: annunciando – una volta concluso l'iter di conversione del Dl - la diffusione di una circolare già in preparazione, Martino ha ricordato che si «prevede un'unica interfaccia e sei sedi periferiche, alle quali ci può rivolgere».
L'approccio tranquillizzante di Martino ha raggiunto i quasi quattrocento partecipanti che hanno affollato, ieri mattina, la sala Sara Bianchi presso la sede milanese del Sole 24 Ore, in occasione di un convegno dedicato proprio al rientro dei capitali. Convegno animato degli esperti di Telefisco Antonio Iorio, Marco Piazza e Benedetto Santacroce, e con le relazioni di Antonio Deidda (partner dello studio associato Kpmg) e Concetta Granata (Area private banking della Banca Monte Paschi di Siena). Alla platea, composta in prevalenza da commercialisti e avvocati, le dichiarazioni di Martino sono giunte come una rassicurazione rispetto ai non pochi punti critici che per ora accompagnano l'operazione di voluntary discosure.
In primo luogo, l'interesse crescente per questa opportunità di regolarizzazione deve misurarsi con il cammino parlamentare del decreto legge che ha avviato la procedura: domani e giovedì la commissione Finanze della Camera, chiamata a esaminare il Dl in sede referente, ascolterà in audizione, tra gli altri, i rappresentanti dell'Unione giovani dottori commercialisti ed esperti contabili, la Guardia di Finanza e i rappresentanti dell'Unione fiduciaria. Il passaggio parlamentare – come ha ammesso anche lo stesso Martino – potrebbe essere utile a chiarire meglio qualche aspetto della disciplina.
Che, d'altra parte, si giova di un quadro internazionale molto favorevole alle regolarizzazioni: Piazza, nel tracciare il quadro normativo di riferimento, ha sottolineato come, in virtù delle indicazioni dell'Ocse e dell'Unione europea, si siano sostanzialmente capovolti i rapporti tra Fisco e contribuente: «Se con gli scudi era il Fisco a chiedere il rientro, ora sono i contribuenti, pressati dalla maggiore trasparenza e dalle intese internazionali sugli scambi di dati, a rivolgersi all'amministrazione per mettersi in regola». La pressione internazionale (i documenti di Ocse e Gafi, la direttiva 2011/16 di cui la Commissione ha proposto l'estensione, lo standard Ocse sullo scambio automatico di informazioni) è stata descritta anche da Deidda, che ha rammentato come l'Italia si accodi, nella sua voluntary disclosure, agli esempi di Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Francia, Spagna e Belgio, che già dispongono di misure analoghe. E per la gestione dei capitali riemersi si può fare ricorso a fiduciarie o trust, come ha ricordato Concetta Granata.
Ci sarà comunque la necessità di diverse precisazioni, sia normative, sia di prassi: come hanno segnalato gli avvocati Santacroce e Iorio, i punti di discrezionalità nell'applicazione delle sanzioni sono più d'uno e possono modificare sensibilmente il "costo" (non solo monetario) della riemersione.
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Le slides presentate al convegno
di ieri, 24 febbraio, sul rientro dei capitali

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