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Questo articolo è stato pubblicato il 30 settembre 2014 alle ore 08:18.
L'ultima modifica è del 30 settembre 2014 alle ore 10:21.

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Dopo questo corso sbagliare sarà sempre possibile, ma ignorare non sarà più una opzione. Più di 400 gli atenei di tutto il mondo, anche italiani, hanno riservato degli spazi fisici ad hoc per permettere agli studenti di assistere alle sessioni gratuite. Ma ognuno di noi, con la sua idea nel cassetto, può assistere.

Siamo nell'aula cs183B, una spoglia, minimalista stanza del prestigioso ateneo (gente come Steinbeck, JF Kennedy, i fondatori di Google e Steve Ballmer di Microsoft hanno studiato qui) per assistere a “How to start a start up” il corso virtualmente più affollato al mondo, indirizzato agli studenti della facoltà di Informatica. La grande novità è che tutte le venti sessioni saranno consultabili poche ore dopo anche online gratuitamente su YouTube, insieme alle “slide” di supporto e alle discussioni online, su Facebook.

L'organizzatore delle lezioni da 45 minuti e prof della cattedra start up è Sam Altman, ex studente di Stanford, ex fondatore della piattaforma Loopt e attualmente presidente della società di Venture Capital Y Combinator che ha al suo attivo l'avviamento di 500 imprese tra le quali Dropbox, Reddit, Airbnb. Altman ha tenuto le prime due lezioni, le altre saranno affidate a pesi massimi dell'high tech americano: Peter Thiel, fondatore di PayPal, i venture capitalist Marc Andreessen e Ben Horowitz, Marissa Mayer ceo di Yahoo, Alex Schultz, vicepresident di Facebook.

Il sito creato da Altman riporta il calendario degli eventi: i primi due sono già online e il prossimo è previsto per il 30 settembre. Ci sono poi la lista degli atenei di tutto il mondo (tra queste anche molte italiane) che hanno riservato delle aule affinché gli studenti interessati possano vedere e commentare le sessioni di Stanford e i gruppi su Facebook creati a supporto dell'iniziativa. L'onda lunga dei “maestri di start up” si propaga dunque sul web aumentando le potenzialità della mera lezione accademica.

Altman durante il suo debutto in aula ha confessato che l'esperienza di 9 anni nell'incubatore Y Combinator gli ha fatto capire che ogni impresa al debutto ha una sua storia ma che c'è un 30% di insegnamenti che possono essere validi per chiunque abbia voglia di creare una start up: “Io e le persone che ho selezionato per questo corso saremo qui per insegnarvi quel 30%“. Ma quella percentuale è destinata ad aumentare grazie ai contributi di studenti e professionisti : c'è chi ha trascritto e tradotto nella sua lingua lo speech dei prof, chi ha condiviso gli appunti e chi ha arricchito con la sua esperienza le slide di Stanford.

La discussione sulla scelta di Stanford, come del MIT, di mettere lezioni online intanto anima la Rete: c'è chi parla di snobismo e chi di generosità. Su Quora, altra piattaforma parte della famiglia Y Combinator, e sede di dibattiti intensi sui temi più diversi, se ne discute molto. La risposta più ficcante? “Possono permetterselo perché non ridurrà di nulla le richieste di iscrizione, e gli farà buone PR”. Sia come sia, il contenuto è oggi disponibile, ed è di qualità.

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