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Questo articolo è stato pubblicato il 19 agosto 2012 alle ore 08:12.
È spiacevole ricordarlo. L'Italia resta però all'87° posto (era anzi "solo" all'83° l'anno scorso) nella classifica della World Bank per facilità di "fare impresa". È al 77° posto, in netto peggioramento, per snellezza e costi delle procedure amministrative necessarie per iniziare un'attività; al 93° per facilità nell'ottenere permessi di costruzione (che richiedono 258 giorni in media e un costo triplo rispetto alla media dei paesi avanzati). Non può che essere benvenuta, allora, l'iniziativa della Regione Emilia Romagna a vantaggio dell'area terremotata, diventata un'«area a burocrazia zero». Al di là degli slogan, è evidente sia la semplificazione delle procedure, fondamentale per ridar fiato a una zona importante per l'economia nazionale, sia le difficoltà che una simile iniziativa presenta, sotto il profilo del controllo di legalità e della trasparenza, temi purtroppo molto delicati in Italia. Resta solo il rammarico che tutto questo sia stato fatto - rapidamente, va detto - solo ora e per venire incontro a un'emergenza tragica. L'Italia ha bisogno di "burocrazia zero" - nei limiti permessi dalla buona amministrazione, che non può però essere costruita sul sospetto verso i cittadini - in ogni campo dell'economia. È verissimo che l'Emilia Romagna terremotata ha bisogno di interventi specifici, perché specifiche sono le esigenze delle aziende nella ricostruzione (permessi, crediti,. risarcimenti). È altrettanto vero però che il paese tutto ha bisogno, rapidamente, di una grande semplificazione amministrativa. Anche a livello regionale e locale.
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