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Questo articolo è stato pubblicato il 31 luglio 2014 alle ore 21:00.
L'ultima modifica è del 31 luglio 2014 alle ore 21:08.

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Se anche la rete del deep web per eccellenza, quella in cui ognuno è nessuno e corrono messaggi che nessun governo dovrebbe leggere o ordini di merce che nel mondo realesarebbero totalmente illegali, allora davvero nessun posto può essere più considerato sicuro. Tor, il sistema di comunicazione anonima su Internet in passato spiato anche dalla Nsa e su cui recentemente il governo russo ha acceso i riflettori, ha avvisato gli utenti di aver subito un attacco volto a «togliere l'anonimato».

In un post pubblicato sul blog del Progetto Tor, l'associazione responsabile della gestione della rete, si informa che l'attacco è avvenuto il 30 gennaio ed è stato neutralizzato solo il 4 luglio, giorno in cui i responsabili del sistema si sono accorti della sua esistenza. Gli utenti che hanno usato il sistema «dai primi di febbraio al 4 luglio dovrebbero presumere di essere stati colpiti», si legge.

Il target, si spiega ancora, non sarebbero gli utenti che usano il sistema per navigare su Internet in forma anonima, ma chi attraverso Tor ha creato e gestisce siti web e servizi online in modo anonimo, attraverso gli "hidden services", i servizi (e i traffici anche illegali) nascosti.

In origine sponsorizzato dalla Marina statunitense e in seguito legato anche ad attività fuorilegge, Tor, acronimo di The Onion Router, funziona tramite un software che usa la crittografia a strati. In pratica, in caso di navigazione anonima, l'utente non si collega direttamente al server che ospita il sito che vuole visitare, ma lo fa passando da una serie di altri server che fungono da router e cifrano la comunicazione. Di recente, durante il blackout politico della rete in Turchia, il sistema è stato usato da molti utenti.

Per via delle attività illegali che si possono compiere grazie all'anonimato, Tor ha sempre destato preoccupazione nei governi. Un paio di settimane fa la Russia è arrivata a mettere una "taglia" da 3,9 milioni di rubli (circa 82mila euro) sul sistema, lanciando una competizione aperta ai russi che sono in grado di mettere a punto un sistema per togliere l'anonimato agli utenti del sistema. La taglia è stata introdotta dal ministro dell'Interno di Mosca, che l'ha motivata con l'esigenza di «assicurare la difesa e la sicurezza della nazione».

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