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Boeri (Inps): sgambettati sulla trasparenza delle pensioni,…

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lavoro e previdenza

Boeri (Inps): sgambettati sulla trasparenza delle pensioni, sì a flessibilità in uscita

Sul mancato invio delle «buste arancioni» dell'Inps, nelle quali c'è anche una proiezione sull'importo della pensione che si percepirà una volta usciti dal lavoro, «qualcuno ci ha fatto lo sgambetto» e sarebbe «gravissimo» se qualche parlamentare lo avesse fatto per una vendetta nei confronti del presidente dell'istituto di previdenza per aver proposto il taglio dei vitalizi.

Lo ha detto Tito Boeri nel corso dell'intervista di Maria Latella a Skytg24.«È una questione del Parlamento piu' che del Governo - ha affermato - c'era un emendamento, per spostare delle somme all'interno del bilancio dell'Inps, ed effettivamente per ben due volte qualcuno ci ha fatto lo sgambetto di toglierci queste due righe. Le voci dicono che lo hanno fatto perché abbiamo proposto di tagliare i vitalizi. Una vendetta? Non lo so. Se fosse vero sarebbe un fatto gravissimo».

Flessibilità in uscita contro la disoccupazione giovanile
La maggiore flessibilità che potrebbe concedere l'Europa all'Italia dovrebbe essere utilizzata per rendere l'uscita dal lavoro più flessibile. Secondo Boeri le parole del vicepresidente della commissione europea, Valdis Dombrovskis, «lasciano lo spazio per ottenere ancora un po' di flessibilità» rispettando la sostenibilità della finanza pubblica.
«È possibile averla senza violare le regole europee - ha aggiunto - e allo stesso tempo fare qualcosa di utile per i giovani», per esempio «chiedere flessibilità per finanziare nell'immediato una maggiore uscita flessibile delle pensioni» sempre secondo criteri di sostenibilità». D’altronde, ha ricordato Boeri, le proposte sviluppate dall'Inps «vanno in questa direzione», cioe' quella di rendere le pensioni più flessibili.

«Andare in pensione un poco prima - ha ribadito - con aggiustamenti dell'importo che tengano conto del fatto che si percepirà la pensione piu' a lungo». La flessibilità «ha dei costi per le casse dello Stato nell'immediato - ha aggiunto il presidente dell'Inps - ma a lungo andare non ha dei costi. E' qualcosa che non aumenta il debito, e' un'operazione in linea con quello che viene richiesto. E tutto questo favorira' l'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro».

I poveri la vera emergenza
La vera emergenza sociale in Italia è «quella dei poveri e delle persone che perdono lavoro e che hanno più di 55 anni. Questa è la vera emergenza sociale in Italia. L'emergenza in Italia sono i poveri perché la povertà è aumentata molto», ha detto Boeri, precisando che con le salvaguardie ci sono persone che prendono una pensione da 6-10 mila euro al mese: «Questo ci dice che quel meccanismo non funziona bene, se dobbiamo in nome dell'emergenza sociale dare delle pensioni di quell'importo vuol dire che non è emergenza sociale».

Quanto (e come) spende l’Inps
La spesa per le pensioni di invalidità e l'assistenza si aggira «intorno ai 16 miliardi di euro con 2,8 milioni di erogazioni pagate dall'Inps. E' un capitolo molto importante delle nostre attività». Lo ha detto il presidente dell'istituto di previdenza, Tito Boeri, nel corso dell'intervista di Maria Latella a Skytg24. «C'è un problema importante nella fase dell'accertamento - ha proseguito - adesso c'é un accertamento doppio, sia a livello di regioni che nazionale dell'Inps. Questo allunga molto i tempi e crea disfunzioni. Da tempo abbiamo proposto di unificare questi accertamenti e ci siamo candidati a farlo noi».

Serve un’assistenza sociale di livello europeo
«In Italia manca un sistema di assistenza sociale di base come negli altri Paesi». Parlando di flessibilità, Boeri sostiene che «si può avere più flessibilità nella gestione di bilancio e al tempo stesso fare qualcosa che sia utile per i giovani: quello che bisognerebbe fare è chiede di avere questa flessibilità per finanziare nell'immediato questa maggiore uscita flessibile verso il pensionamento». Boeri ha quindi ricordato che le proposte fatte dall'Inps sulle pensioni vanno proprio in questa direzione: «nell'immediato ha dei costi per le casse dello Stato ma a lungo andare non ha dei costi. Quelli che vogliono uscire, pur rinunciando ad un pezzo delle loro pensioni, lasciamoli uscire, perché questo favorirà l'ingresso di nuovi giovani». A proposito delle proposte di riforma delle pensioni, Boeri ha detto di essere «contento che se ne sia parlato e alcune spero verranno recepite perché c'è un collegato alla finanziaria sull'assistenza e in quell'ambito spero ci saranno i margini per intervenire». Boeri ha detto anche che con il ministro del lavoro Poletti «ne avevo parlato ben prima di renderle pubbliche e c'è un'interlocuzione costante col ministro e molto proficua».

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