Mondo

Chi ha paura di Mosca? La risposta dei Paesi nordici ai giochi di…

  • Abbonati
  • Accedi
TENSIONI CON LA RUSSIA

Chi ha paura di Mosca? La risposta dei Paesi nordici ai giochi di guerra di Putin

L’ultimo a prendere la parola, chiedendo l’istituzione di una forza pemanente della Nato nel suo Paese, è stato il presidente dell’Estonia, Toomas Ilves, in un’intervista al britannico Daily Telegraph. Ma tutto il weekend è stato segnato da tensione e fermento legati alla minaccia russa nell’area baltico-scandinava e alle possibili contromisure.

Ad aprire i giochi è stata la notizia, diffusa venerdì, che i cinque Paesi nordici - Danimarca, Finlandia, Norvegia, Svezia e Islanda - hanno deciso di potenziare la cooperazione nel campo della difesa, incrementando le esercitazioni congiunte e la condivisione di informazioni di intelligence. «La condotta russa - hanno sottolineato i ministri della Difesa e degli Esteri in una dichiarazione apparsa sul giornale norvegese Aftenposten - rappresenta la sfida più grave alla sicurezza europea. Come conseguenza, la situazione nelle zone confinanti con i Paesi nordici è peggiorata in maniera significativa nell’ultimo anno...dobbiamo essere pronti a fronteggiare possibili crisi o incidenti». Così si rischia di minare la cooperazione nella regione, ribatte il ministero degli Esteri russo, preoccupato in particolare del possibile avvicinamento di Finalndia e Svezia alla Nato.

Ad accentuare le preoccupazioni di Paesi nordici e baltici è stata, naturalmente, l’annessione della Crimea da parte di Mosca; ma a pesare parecchio sono anche i ripetuti sorvoli sul Mar Baltico di aerei russi, con diversi sconfinamenti nello spazio aereo dei vicini. L’ultimo episodio risale a martedì scorso, ma è stato denunciato dagli Stati Uniti sabato: un caccia russo è passato a soli sei metri da un aereo spia americano, con una manovra definita spericolata, sebbene sia avvenuta nello spazio internazionale sul Mar Baltico.

Non a caso i più preoccupati sono proprio i tre Paesi Baltici, che si sentono più esposti alla politica “muscolare” di Putin non solo per la vicinanza geografica, ma anche per la presenza di consistenti minoranze russe tra la popolazione. I primi ministri di Estonia, Lettonia e Lituania - si è appreso sempre nel weekend - stanno studiando l’acquisto congiunto di armi con l’obiettivo di migliorare l’efficienza in materia di spese per la difesa. Spese che tra l’altro Mosca ha recentemente incrementato.

Attualmente - ha detto al Daily Telegraph il presidente estone - l’unico contingente Nato in Estonia (temporaneo) è composto da 150 soldati. «Non è abbastanza - ha aggiunto Ilves - ci sono esercitazioni russe al di là dei nostri confini con 40-80mila uomini...perciò pensiamo che un incremento di truppe sia solo ragionevole». L’Alleanza Atlantica in realtà, in base al cosiddetto “Nato-Russia Founding Act del 1997” che gettava le basi per le relazioni future, non può istituire basi permanenti nell’Europa orientale e centrale; a settembre dell’anno scorso, proprio per fronteggiare una minaccia russa percepita come crescente, si è impegnata a istituire una forza di reazione rapida di 5mila uomini, in grado di schierarsi nel giro di 48 ore. Ma per Ilves non basta: le truppe russe - ha detto - potrebbero raggiungere la capitale Tallinn nel giro di quattro ore.

© Riproduzione riservata