Tecnologia

Crowdfunding, Indiegogo apre la piattaforma alle aziende. E in Italia…

  • Abbonati
  • Accedi
MONDO Enterprise

Crowdfunding, Indiegogo apre la piattaforma alle aziende. E in Italia è boom per il prestito fra privati

Secondo uno dei più recenti rapporti sul crowdfunding, le piattaforme presenti in tutto il mondo sono 1.250, di cui 600 solo in Europa e 375 in Nord America. E il volume di raccolta complessivo registrato nel 2014 è pari a 16,2 miliardi di dollari. Un mondo ricchissimo al quale le aziende guardano con estremo interesse. E forse nasce da qui l'idea di Indiegogo, una delle piattaforme di crowdfunding più famose al mondo, che proprio in queste ore ha deciso di compiere un passo importante aprendo il suo servizio alle imprese, sperimentando quello che è già stato ribattezzato “Enterprise Crowdfunding”.

Il principio fondante non è tanto quello di far partecipare le aziende ai finanziamenti, ma quello di far conoscere alle stesse aziende il parere del pubblico circa un determinato prodotto prima che questo venga realizzato, così da evitare sprechi. Hai un'idea, la sottoponi agli utenti e valuti se funziona. Una mossa, questa, che potrebbe offrire un nuovo mercato a Indiegogo, nell'eterna lotta con l'avversario numero uno: Kickstarter.

Come sta il crowdfunding in Italia?
A quanto pare bene, perché cresce e convince. Almeno secondo i dati dell'ultimo report firmato dall'Università Cattolica di Milano che conta, per il settore, un valore di 56,8 milioni di euro. A tanto, infatti, ammontano i progetti finanziati nel 2015 attraverso le 82 piattaforme presenti sul territorio nazionale (69 attive e 13 in fase di lancio), che hanno raccolto le donazioni di circa 858mila donatori nel corso dell'anno appena trascorso.
Numeri che confermano lo stato di salute di un comparto che, da maggio 2014 a oggi, è cresciuto dell'85%. E che ha assistito a un'autentica esplosione delle piattaforme, cresciute del 65% in poco più di un anno.
Agli italiani, insomma, la formula del finanziamento collettivo inizia a piacere. E il riverbero di questa tendenza investe, favorevolmente, anche il lato lavorativo. Le dimensioni, diciamolo subito, sono ancora modeste. Ma il trend è in espansione e lascia ben sperare. Per adesso le 82 piattaforme presenti in Italia danno lavoro a circa 250 persone.

Il 32% dei fondatori è donna
Altro dato emerso dalla ricerca della Cattolica è quello relativo ai fondatori: gli imprenditori italiani di questo settore sono prevalentemente uomini, sotto i 40 anni, laureati, con una formazione in ambito economico o ingegneristico. In particolare, fra i fondatori delle piattaforme di crowdfunding, circa 2 su 3 sono uomini, mentre le donne rappresentano il 32%.

Vince il Fintech
Attualmente, i progetti nati in Italia soffrono abbastanza, e solo uno su cinque ce la fa a finire online (gli altri vengono respinti in fase iniziale). Ed è lampante come il settore Fintech la faccia da padrone. Circa la metà dei progetti finanziati (il 40%) appartiene alle piattaforme di debito. Segno evidente che il famoso P2P lending, ovvero il prestito fra privati attraverso piattaforme online, sta crescendo in modo consistente anche in Italia. Le piattaforme di debito presenti sul territorio sono tre, con Prestiamoci e Smartika che crescono a ritmi serrati. Il concetto di base, in questo caso, è mettere in contatto le persone che hanno bisogno di un prestito con quelle che hanno liquidità da prestare. La strada funziona, e diverse banche si stanno interessando al fenomeno.

© Riproduzione riservata