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Arriva il Jobs Act per gli autonomi: più tutele per professionisti e partite Iva

ROMA - Si rafforzano le tutele per professionisti e partite Iva: l'indennità di maternità si potrà ricevere pur continuando a lavorare (non scatta l'astensione obbligatoria); alla nascita del bambino si avrà diritto a un congedo parentale di sei mesi (entro i primi tre anni di vita); le spese per la formazione saranno deducibili al 100% (nel limite di 10mila euro l'anno); e in caso di malattia o infortunio il rapporto con il committente si sospende (non si estingue) per un periodo non superiore a 150 giorni.

Oggi sul tavolo del Consiglio dei ministri, salvo sorprese dell'ultimo minuto, è atteso il Ddl di riordino dei rapporti di lavoro autonomo (che disciplinerà anche il lavoro agile, ovvero il lavoro subordinato con prestazioni in parte svolto “da remoto”), insieme a un secondo Ddl delega con le misure per il contrasto alla povertà (che potranno contare su uno stanziamento di 600 milioni per il 2016, che salgono a 1 miliardo nel 2017). I due provvedimenti, una volta ricevuto l'ok del Governo, viaggeranno in Parlamento come collegati alla legge di Stabilità (per questo vanno presentati entro gennaio) per accelerare l'iter di approvazione definitiva.

Sul fronte del lavoro autonomo, il disegno di legge di 22 articoli messo a punto dai tecnici di palazzo Chigi e ministero del Lavoro, conferma la stretta sulle clausole abusive: si considerano illegittime quelle clausole che attribuiscono al committente la facoltà di modificare unilateralmente le condizioni di contratto o che fissano termini di pagamento superiori a 60 giorni. Si tutelano anche le invenzioni fatte dai lavoratori autonomi: si stabilisce che i relativi diritti di utilizzo economico spettino al professionista, e non al committente, che al più ne può trarre un vantaggio. Confermata anche la deducibilità dei premi assicurativi corrisposti per tutelarsi in caso di insolvenza del cliente.

Il provvedimento contiene anche una norma che “salva” le collaborazioni coordinate e continuative considerate “genuine”: «In accordo a quanto previsto dal Jobs act - spiega Maurizio Del Conte, professore di diritto del Lavoro alla Bocconi di Milano e neo presidente dell'Anpal - si riconosce la genuinità delle collaborazioni organizzate dal collaboratore d'accordo con il committente, e a queste si estendono le tutele previste dal Ddl sul lavoro autonomo».

Passando al lavoro agile, si chiarisce che il lavoratore che accetta di svolgere una quota della propria prestazione fuori dai locali aziendali, «ha diritto di ricevere un trattamento economico e normativo non inferiore a quello complessivamente applicato nei confronti dei lavoratori che svolgono le medesime mansioni esclusivamente all'interno dell'azienda». Bisognerà garantire delle fasce di disponibilità. Le prestazioni “da remoto” beneficiano degli incentivi fiscali e contributivi riconosciuti per gli incrementi di produttività.

«Il Ddl sul lavoro autonomo è coperto con il fondo ad hoc previsto nella legge di Stabilità 2016, 10 milioni quest'anno e 50 milioni dal 2017 - sottolinea Marco Leonardi, economista alla Statale di Milano, e neo consigliere di palazzo Chigi sui temi del lavoro -. L'estensione delle tutele su malattia e maternità costeranno da subito, mentre la deducibilità delle spese di formazione, ricollocamento e assicurazione contro il rischio di mancato pagamento comporteranno effetti di mancato gettito solo dal 2017».

Quanto al Ddl delega con le misure contro la povertà, l'obiettivo del governo è quello di razionalizzare i molteplici interventi attivati nei territori per arrivare a un Piano nazionale che affianchi al sostegno economico i servizi alla persona. Nel Piano sarà indicato il livello minimo delle prestazioni, che servirà come riferimento per Regioni ed enti locali. Il Fondo per il contrasto della povertà per il 2016 ammonta a 600 milioni: di questi 380 milioni serviranno a rafforzare il sostegno per l'inclusione attiva da generalizzare a tutto il territorio andando quindi oltre alla sperimentazione che coinvolgeva le 12 città più grandi del paese, mentre 220 milioni andranno all'Asdi, l'assegno di disoccupazione che spetta per 6 mesi per chi resta in condizione di bisogno finita la Naspi. In realtà le risorse complessivamente disponibili per il 2016 superano 1 miliardo se si considerano anche gli stanziamenti pregressi e i risparmi.

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