Norme & Tributi

Ecco le nuove regole per chiedere chiarimenti al Fisco

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Ecco le nuove regole per chiedere chiarimenti al Fisco

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto sulla cooperative compliance diventano operative le nuove regole sulla “collaborazione” tra contribuenti e fisco. La cooperative compliance permette (per ora solo a grandi imprese) di interpellare l’agenzia delle Entrate per ottenere una
risposta in merito all'applicazione delle disposizioni tributarie a fattispecie concrete in relazione alle quali si ravvisano rischi fiscali.
In pratica, a una ristretta platea di soggetti è concesso di dialogare con il fisco per evitare di compiere operazioni che violino norme di natura tributaria o che siano in contrasto con i principi o con le finalità dell’ordinamento tributario.
Questa possibilità è riservata alle imprese che aderiscono al nuovo regime previsto dal decreto sulla certezza del diritto e che abbiano un volume d’affari o ricavi non inferiore a dieci miliardi di euro o che abbiano un volume d’affari o ricavi non inferiore a un miliardo di euro ma che abbiano partecipato al progetto pilota. Oltre a queste, possono aderire anche le imprese che si adegueranno alle risposte di interpello sui nuovi investimenti: la stima è di 50-60 società con i requisiti per l’accesso al sistema, ma non tutte sceglieranno di aderire.
Questi grandi contribuenti potranno presentare una istanza per l’interpello abbreviato prima della scadenza dei termini previsti dalla legge per la presentazione della dichiarazione o per l’assolvimento degli altri obblighi tributari. L’interpello abbreviato consente di avere una risposta in 45 giorni: questo permette all’impresa di adeguare, in base alla risposta del fisco, le proprie decisioni sulle operazioni da compiere.
L’istanza di interpello, redatta in carta libera, dev’essere presentata all’ufficio del fisco competente, mediante consegna a mano, spedizione raccomandata con avviso di ricevimento o per via telematica attraverso la Pec. Ma l’Agenzia potrebbe, in futuro disciplinare ulteriori modalità di invio con un provvedimento del direttore.
La domanda di interpello abbreviato dovrà contenere, oltre ai dati del contribuente, anche la descrizione del caso concreto in relazione al quale l’interpellante ravvisa rischi fiscali. Bisognerà anche allegare tutta la documentazione utile (che non sia già in possesso delle Entrate).
Entro 15 giorni dal ricevimento dell’istanza l’ufficio del fisco verificherà i requisiti della richiesta. Nel caso in cui la documentazione fornita non sia sufficiente, l’Agenzia potrà chiedere al contribuente una integrazione, che dovrà avvenire entro trenta giorni.
Le risposte all’interpello sono “personalizzate”, vale a dire che hanno efficacia esclusivamente nei confronti del contribuente istante, limitatamente alla fattispecie prospettata nell’istanza di interpello.

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