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Questo articolo è stato pubblicato il 18 febbraio 2011 alle ore 11:34.

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Si chiude la partita del primo filone del Cinzia-gate, l'inchiesta che a inizio 2010 ha fatto capitolare l'ex sindaco di Bologna Flavio Delbono dopo neanche sei mesi alla guida di Palazzo D'Accursio (ANSA)Si chiude la partita del primo filone del Cinzia-gate, l'inchiesta che a inizio 2010 ha fatto capitolare l'ex sindaco di Bologna Flavio Delbono dopo neanche sei mesi alla guida di Palazzo D'Accursio (ANSA)

Si chiude la partita del primo filone del Cinzia-gate, l'inchiesta che a inizio 2010 ha fatto capitolare l'ex sindaco di Bologna Flavio Delbono dopo neanche sei mesi alla guida di Palazzo D'Accursio.

Il Gup di Bologna, Bruno Perla, ha accettato l'accordo di patteggiamento che era stato raggiunto a dicembre fra i legali dell'ex primo cittadino e il pm Morena Plazzi, a proposito dell'uso illecito – secondo l'accusa – di denaro pubblico per pagare spese personali e viaggi fatti da Delbono con l'allora segretaria ed ex fidanzata Cinzia Cracchi, fra il 2003 e il 2008, quand'era vicepresidente della Regione Emilia-Romagna. In questo filone Delbono rispondeva dei reati di di truffa aggravata, peculato, intralcio alla giustizia e induzione a rendere false dichiarazioni ai magistrati.

Per l'ex sindaco Pd di Bologna è arrivata dunque la condanna patteggiata a un anno, sette mesi e 10 giorni. Essendo la pena inferiore ai tre anni Delbono si è risparmiato l'interdizione dai pubblici uffici che lo avrebbe obbligato a lasciare l'incarico all'università, dove insegna alla facoltà di Economia. Contestualmente alla proposta di patteggiamento, l'ex sindaco aveva inoltre versato un assegno di oltre 46mila euro alla Regione Emilia-Romagna a titolo di risarcimento: una cifra comprensiva di danno patrimoniale, danno d'immagine, interessi. Nell'ambito della stessa tranche d'inchiesta è stata invece assolta, per non aver commesso il fatto, l'ex assessore comunale al Welfare, Luisa Lazzaroni, fedelissima di Delbono, in giudizio (con il rito abbreviato) con l'accusa, parimenti a Delbono, di aver esercitato pressioni sulla Cracchi e quindi, tecnicamente, accusata di induzione a rendere false testimonianza e intralcio alla giustizia.

Il patteggiamento per questo primo filone del Cinzia-gate non chiude comunque i conti di Delbono con la giustizia. A breve è attesa la richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura felsinea per la vicenda del "bonus" mantenuto in busta paga a Cinzia Cracchi dopo il suo passaggio (a quanto sembra non condiviso dalla Cracchi) in pianta stabile dalla Regione al Cup, centro di prenotazione sanitaria controllato da Viale Aldo Moro. Per questa vicenda Delbono, il direttore generale del Cup Mauro Moruzzi, l'ex direttore generale del Comune Gaudenzio Garavini hanno ricevuto l'avviso di fine indagine per abuso d'ufficio (Delbono è accusato di concorso esterno). All'ex sindaco di Bologna viene infine contestata, in un altro filone d'inchiesta ancora aperto, anche l'ipotesi di corruzione per i suoi rapporti con Mirko Divani, consulente e fornitore del Cup e intestatario del bancomat che Delbono affidò per anni alla Cracchi per permetterle di prelevare denaro.

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