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Questo articolo è stato pubblicato il 20 ottobre 2013 alle ore 18:44.
L'ultima modifica è del 21 ottobre 2013 alle ore 07:37.
La nuova Tasi, il tributo sui servizi indivisibili previsto dalla legge di stabilità per il 2014, vale 3,76 miliardi di euro ad aliquota standard, cioè con il livello-base dell'1 per mille: 470 milioni in più dell'Imu sull'abitazione principale che, sempre ad aliquota standard, vale 3,3 miliardi e sembra destinata a scomparire con il nuovo anno.
Al confronto, pubblicato sul Sole 24 Ore di oggi (ieri, ndr) ha risposto il ministero dell'Economia, sostenendo che la comparazione «deve prendere in considerazione non soltanto l'Imu ma anche la componente della Tares relativa ai servizi indivisibili». In questa chiave, «il gettito previsto dalla Tasi ad aliquota standard (1 per mille) pari a circa 3,7 miliardi è quindi inferiore al gettito pari a circa 4,7 miliardi oggi garantito - ad aliquota standard - dall'Imu sull'abitazione principale e dalla Tares servizi indivisibili».
La questione nasce da due punti di vista diversi con cui si analizza il tema. Il ministero ragiona in termini di copertura finanziaria, il confronto pubblicato oggi invece riflette sull'impatto sul contribuente.
In primo luogo, il confronto è stato condotto dal Sole 24 Ore fra le due imposte a regime, l'Imu che si è pagata nel 2012 e ora è in corso di cancellazione, e la Tasi che è in arrivo. La maggiorazione Tares (1 miliardo di gettito complessivo) è invece un'una tantum statale, come prevede il Dl 35, non serve quindi a pagare i servizi indivisibili dei comuni e sarà versata solo nel 2013. Quando si è pagata l'Imu, cioè nel 2012, non si è pagata la maggiorazione Tares, mentre quest'anno accade l'esatto contrario: si pagherà a dicembre la maggiorazione Tares, ma non si pagherà l'Imu (almeno secondo i progetti del Governo, che intende abolire anche la seconda rata). In breve: è vero che anche la maggiorazione Tares va coperta nei saldi di finanza pubblica (e per questo il ministero la abbraccia nel confronto), ma nei fatti non si è mai aggiunta all'Imu sull'abitazione principale.
La nota del ministero dell'Economia, inoltre, attribuisce all'Imu ad aliquota base un gettito di 3,7 miliardi perché incorpora la cancellazione delle detrazioni da 50 euro per ogni figlio convivente, che si applicavano all'Imu sull'abitazione principale: nel 2012 e nel 2013, però, le detrazioni ci sono, e quindi si sono tradotte in mancati pagamenti da parte dei contribuenti: si tratta di sconti fiscali da circa 400 milioni, che spiegano appunto la differenza fra i due livelli di gettito base fra Imu e Tasi (il resto, poche decine di milioni, nasce da piccoli interventi su edilizia sociale e prime case dei militari). Le detrazioni cesseranno il prossimo anno, e quindi la relazione tecnica le conteggia nel gettito "teorico" del 2014: il contribuente, però, non le ha mai versate.
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