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Questo articolo è stato pubblicato il 10 luglio 2014 alle ore 10:05.
L'ultima modifica è del 10 luglio 2014 alle ore 10:34.

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Un dio vendicativo e il campo di battaglia: sono questi gli avatar sui generis che il giocatore controlla in "Judgment Day" e "Field of War", i due prototipi videoludici - god game il primo, strategico in tempo reale l'altro - che pochi giorni fa si sono aggiudicati la quarta edizione di New Game Designer.

La competizione accademica, che ogni anno vede confrontarsi gli studenti dei corsi di Online Game Design dell'Università Statale di Milano e Videogame Design and Programming del Politecnico, ha tributato a "Judgment Day" il massimo riconoscimento fra i giochi single player e a "Field of War" quello per la modalità multi giocatore.
Sviluppati all'origine per MacOS, Windows e Linux, già downloadabile il primo e fra qualche giorno online il secondo, entrambi i titoli guardano a una conversione molto prossima per dispositivi portatili.

Nei panni di un nume infastidito dall'ignavia umana, in "Judgment Day" occorre combinare al meglio le proprie divine risorse per sterminare con saette ed epidemie zombieficanti gli infedeli. In "Field of War" bisogna invece modificare la mappa di gioco a celle esagonali per ottimizzare l'efficacia della proprie tecnologie belliche e distruggere i "building" avversari.

Tratti in comune? Il desiderio di reinterpretare i cliché di genere, una caratteristica incoraggiante se sfoggiata da chi potrebbe entrare nell'industria di settore a breve: dal 2011, infatti, il 66% dei laureati nei due corsi ha trovato impiego in aziende videoludiche italiane o estere.

«"Judgement Day" è stato un'ottima occasione per sovvertire il paradigma della divinità buona dei god game - conferma Alessandro Osima a proposito del progetto realizzato con Domenico Favaro, Marco Tagliabue, Cameron MCainsh, Luca Eberhart e Tomás Bruckner Kambo, altrimenti noti come Gavel Studios - il gioco si basa su tre nostre convinzioni: che tutti adorino essere potenti, cattivi e usare una buona dose di logica soprattutto se alle prese con device portatili».

Una partita a "Judgement Day" invero traduce le ambizioni di Gavel Studios in un gameplay semplice e divertente, una rilettura ironica delle meccaniche gestionali rese celebri da Will Wright e Peter Molineux in "Black & White", "Populous" o nel più recente "Godus", simulazioni in cui si è onnipotenti e in cerca di un numero crescente di adoratori. Nondimeno il gameplay architettato da Gavel Studios promette una buona adattabilità a telefoni e tablet.

«"Field of War" è stato creato da Federico Cardini e da me, con la collaborazione in fase di design di Ilaria Di Sevo - spiega invece Luca Todeschini, team leader di 3 Sick Men. Ci siamo ispirati a strategici in tempo reale come "Command & Conquer" o "Starcraft", ma con la volontà di aggiungere elementi estranei al genere. Ancora in fase prototipale abbiamo anche una versione alternativa del gioco, "Madfield", disponibile come storyboard online».

Anche "Field of War" è appunto pensato per una fruizione mobile. Ed è questa una delle riflessioni più stimolanti emerse da New Game Designer: pur nella loro incompletezza, "Judgement Day" e "Field of War" attestano l'attenzione di giovani game designer a piattaforme dalle barriere d'ingresso più valicabili - anche in senso economico -, e a nuove abitudini di consumo casual.

I risultati non si sottovalutino: se il plaftorm "FRU", sviluppato da un team di studenti dell'Università di Breda coordinato da Mattia Traverso (Through Games), oggi svetta nel programma dedicato alle produzioni indie di Microsoft, ID@Xbox, oltreoceano anche blockbuster come "Portal" affondano le loro radici fra le aule accademiche. Valga da augurio.

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