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Da 13 anni mai così poche trivelle alla ricerca di petrolio e gas negli…

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il crollo del barile

Da 13 anni mai così poche trivelle alla ricerca di petrolio e gas negli Usa

L’industria petrolifera americana sta di nuovo battendo in ritirata: le trivelle alla ricerca di greggio negli Usa sono scese ad appena 614, il minimo da 5 anni, mentre se si contano anche gli impianti per estrarre gas il numero è addirittura il più basso da 13 anni (809 in tutto).

Le statistiche settimanali di Backer Hughes sono riuscite a riportare in rialzo le quotazionio del petrolio, dopo una giornata ad altissima volatilità, che le aveva viste salire in reazione all’intervento russo in Siria e poi scendere bruscamente nel pomeriggio dopo i dati sull’occupazione Usa, che hanno ridimensionato l’aspettativa di una stretta monetaria della Fed entro la fine dell’anno. Il Brent ha finito col chiudere a 48,13 dollari al barile (+0,9%), mentre il Wti si è apprezzato addirittura dell’1,9% a 45,54 $, “dimenticando” la recente risalita della produzione negli Usa (+1% in luglio, dopo tre mesi di calo) e i continui incrementi che continuano a mostrare gli altri big del petrolio.

Proprio ieri la Russia ha comunicato di aver estratto 10,74 milioni di barili al giorno in settembre, in aumento dello 0,6% rispetto ad agosto e un nuovo record in epoca post-sovietica. Anche l’Arabia Saudita continua a produrre oltre 10 mbg e il ministro del Petrolio Ali Al Naimi, a un vertice del G-20 dell’energia a Istambul, ha assicurato che la caduta del prezzo del barile non ha scoraggiato Riyadh dall’investire nel settore. «È dagli anni ’70 - ha ricordato Al Naimi - che questa industria sperimenta forti fluttuazioni di prezzo, verso l’alto e verso il basso, che hanno compromesso la continuità degli investimenti nel petrolio e nell’energia. Questa situazione volatile non è però nell’interesse dei produttori né nei consumatori».

Allo stesso vertice Fatih Birol, direttore esecutivo dell’Agenzia internazionale per l’energia (Aie), ha avvertito che gli investimenti delle compagnie petrolifere quest’anno dovrebbero scendere del 20%, un calo senza precedenti.

Le conseguenze sono lente a manifestarsi nel caso dei progetti per estrarre petrolio convenzionale, che richiedono anni di lavoro e somme ingenti di denaro per vedere la luce. Sono proprio queste dinamiche ad aver fatto risalire la produzione Usa in luglio a 9,36 mbg (+1%): se lo shale oil continua a frenare, sia pure molto lentamente, i giacimenti tradizionali del Golfo del Messico in un solo mese hanno registrato un aumento del 10% dell’output, a 1,58 mbg, un record dal 2010, quando si verificò il disastro della piattaforma Deepwater Horizon.

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