Norme & Tributi

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Appello per il rientro dei capitali

ROMA -Via libera alla voluntary disclosure. Ma, almeno per ora, resta in stand-by l'introduzione nel Codice penale del reato di autoriciclaggio. E c'è un rinvio sulla Tasi. Il Consiglio dei ministri di ieri ha approvato il decreto legge sul rientro dei capitali, ma rinviando al pacchetto anticriminalità – preannunciato dal premier Enrico Letta – la norma che nello schema di Dl punirebbe per riciclaggio anche l'evasore fiscale, assieme ai suoi consulenti e ai suoi intermediari per illeciti commessi successivamente al 31 luglio 2014.

Dalla versione finale del decreto è saltata anche la possibilità per i Comuni di aumentare fino a un massimo dello 0,8 per mille le aliquote della Tasi, a patto però di destinare i maggiori incassi provenienti dalla tassazione sulla casa «esclusivamente» alle detrazioni per le abitazioni principali. Anche in questo caso, la partita è stata rinviata fino a quando il Governo (che incontrerà l'Anci martedì prossimo) avrà recuperato il miliardo aggiuntivo chiesto dai sindaci per la loro agibilità finanziaria.

Oltre al rientro dei capitali, il decreto conferma le risorse chieste dall'agenzia delle Entrate per assumere nel prossimo trienno 1.100 nuovi "007" del fisco da destinare alla lotta all'evasione e alle frodi fiscali, la cancellazione del taglio lineare delle detrazioni Irpef (sostituito con la spending review), il rinvio a maggio dell'autoliquidazione Inail e la sospensione fino al 31 luglio 2014 dei versamenti tributari e delle cartelle di Equitalia per i contribuenti dei comuni del Modenese colpiti la scorsa settimana dall'esondazione del fiume Secchia. Infine, sui telefonini, con una norma di interpretazione autentica, le Entrate hanno avuto ragione nella vertenza sulla tassa di concessione governativa, che continua a essere applicabile.

La voluntary disclosure messa a punto dopo un lungo confronto tra tecnici e operatori a Via XX Settembre segue i criteri dell'Ocse per la lotta all'illecito fiscale internazionale. Nessun condono, dunque, nessun anonimato ma una forte spinta alla compliance di chi ha occultato al Fisco capitali e beni trasferendoli illegalmente all'estero. L'operazione "rientro" sarà attivata direttamente dal contribuente, che potrà sanare la propria posizione con il Fisco entro il 30 settembre 2015 e per i capitali depositati oltre confine fino al 31 dicembre 2013. Attenzione, però: la collaborazione volontaria potrà essere presentata una sola volta, solo per beni e risorse possedute all'estero e sarà preclusa all'autore di violazioni che sa di essere già finito sotto la lente del Fisco con accessi, ispezioni, verifiche, procedimenti amministrativi o penali per la violazione di norme tributarie.

Gli sconti che l'amministrazione offre per chi aderisce alla collaborazione vanno, comunque, pesati attentamente. In primo luogo perché si dovrà pagare in unica soluzione la somma dovuta in base all'avviso di accertamento o all'accertamento con adesione entro venti giorni dalla redazione dell'atto. Ma soprattutto saranno dovute tutte le imposte e le sanzioni. Queste ultime saranno in misura ridotta e con una copertura penale per i reati in materia dichiarativa e ridotta per quelli legati alle frodi fiscali. Sanzioni severe, invece, per chi dichiara e fornisce dati falsi all'agenzia delle Entrate nella procedura di collaborazione volontaria: la reclusione va da un anno e sei mesi fino a un massimo di sei anni.

Quanto potrebbe fruttare all'Erario questo rientro dei capitali? La Ragioneria non azzarda previsioni e, con un simbolismo di tremontiana memoria, stima la voluntary disclosure in 1 euro. Difficile anche per il fisco italiano sapere quanti saranno i contribuenti che aderiranno e soprattutto quali saranno i capitali che imboccheranno la strada di ritorno dall'estero verso l'Italia. Più chiara invece la destinazione delle somme incassate: come sotolineato da Letta queste saranno la prima dote del fondo taglia tasse su imprese e famiglie. Anche se la Ragioneria stava ragionando ancora se indirizzare i futuri incassi anche verso il pagamento dei debiti della Pa e gli investimenti (enti territoriali inclusi).
Definite le regole del rientro dei capitali il Governo ora lavora alla seconda mossa che potrà rappresentare la vera spinta alla compliance dei contribuenti con capitali detenuti illegalmente all'estero: l'accordo con la Svizzera per una collaborazione trasparente tra fisco italiano e banche elvetiche.