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Questo articolo è stato pubblicato il 06 febbraio 2013 alle ore 20:20.
L'ultima modifica è del 06 febbraio 2013 alle ore 09:46.

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«Il mio polo é il mio polo e che nessuno lo tocchi. A partire da lì sono pronto a discutere». Il leader del Pd, Pier Luigi Bersani, replica a distanza al pressing del premier uscente Mario Monti perchè faccia una scelta all'interno della sua coalizione per un'alleanza di governo. «Non c'è stato alcun accordo tra me e Bersani. Il tema delle alleanze è prematuro, verrà dopo il voto», aveva commentato poco prima Monti, concludendo che «Se Bersani è interessato, come ha dichiarato, a una collaborazione con le forze che rappresento dovrà fare delle scelte all'interno del suo polo».

In un'intervista a La Repubblica, Vendola confida: il Pd non romperà l'alleanza, e si dice «tranquillissimo» sulla tenuta dell'intesa: «Mi fido di Bersani - afferma il governatore della Puglia -. Con le primarie abbiamo mobilitato un popolo, costituito un nuovo protagonismo politico, condiviso un programma. Sarebbe un suicidio cancellare tutto questo per una mossa politicista».

Debiti Pa: dieci miliardi in cinque anni emettendo titoli del Tesoro
Nella serata di mercoledì Bersani annuncia, nel caso di una vittoria elettorale del Pd, dieci miliardi per cinque anni per pagare il debito arretrato della pubblica amministrazione verso le imprese. I fondi verrebbero presi emettendo titoli del Tesoro sul modello Btp Italia, e sarebbero vincolati esclusivamente a questo fine.

Bersani: nessuno intende rompere il patto con Vendola
Il segretario del Pd chiude alla proposta di Monti di fare una scelta e in un'intervista al Tg5 resclude che possa saltare il patto con Vendola: «Non ci penso neanche - confida -. Abbiamo un patto chiarissimo, ognuno può leggerlo. È un patto di centrosinistra, si parte da lì e nessuno pensa di rompere questo patto. Non intendo tradire il patto che ho fatto con i miei elettori». Bersani esclude anche che vi sia un accordo con Mario Monti per affidargli il ruolo di ministro dell'Economia. «Ma non ci penso... se vinco ci pensano gli elettori a risolvere questa cosa».

«Timing sbagliato» per l'apertura del Pd di ieri
Ad inizio giornata, anche un intervento a "Radio Anch'io", in cui Bersani ha risposto a una domanda sui rapporti con l'alleato Nichi Vendola, irritato per le aperture di ieri del Pd a una alleanza post voto con i centristi di Monti. «Ho sempre detto ma ieri hanno avuto più enfasi, forse é stato per colpa del timing», ha spiegato il candidato premier del centrosinistra.

Ok a dialogo con centristi, «ma non a tutti i costi»
«Chiedo il 51 per cento, ma che mi rivolgerò a forze alternative a Berlusconi e alla Lega come se avessi il 49% dei voti. E quindi sono disponibilissimo a rivolgermi anche a forze come quella del professor Monti». Ma anche a nome di Vendola? «Basta leggere la nostra Carta d'intenti», osserva Bersani, dove «c'é scritto che a contrasto delle regressioni populiste di una destra europea e nazionale, noi abbiamo un atteggiamento di apertura nei confronti di forze europeiste e costituzionali. È chiaro, però, che le convergenze non si fanno a tutti i costi, deve essere messo alla prova dei programmi».

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