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Questo articolo è stato pubblicato il 21 marzo 2013 alle ore 13:51.

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Nella foto le scritte di protesta a Nicosia contro la Troika (LaPresse)Nella foto le scritte di protesta a Nicosia contro la Troika (LaPresse)

Prelievo forzoso o no? Nel week end il presidente di Cipro Nicos Anastasiades ha tenuto un discorso alla nazione annunciando l'intenzione di attuare un prelievo forzoso sui conti correnti, necessario per sbloccare il prestito della Troika (Unione Europea, Fondo monetario internazionale e Banca centrale europea). Lunedì i mercati finanziari hanno risentito di questa notizia chiudendo in ribasso dopo un'aumentata volatilità. Martedì il Parlamento cipriota ha bocciato il piano di salvataggio con prelievo forzoso. Così da mercoledì si lavora alacremente a un piano B che possa mettere tutti d'accordo: Cipro, Troika e Russia, attore esterno che si è inserito d'impeto nella trattativa viste le sue forti partecipazioni a Cipro, da tempo considerato una sorta di piazza offshore per gli investitori russi.

Oggi, giovedì, le forze politiche cipriote hanno votato all'unanimità per la creazione di un fondo di solidarietà che dovrebbe impegnare i beni dello Stato come base per un prestito d'emergenza. Sembra scomparire quindi la prima ipotesi del prelievo forzoso sui conti correnti che da inizio settimana ha creato preoccupazione non solo ai correntisti di Cipro.

A questo punto c'è chi non ci sta. In attesa di conoscere i dettagli del nuovo piano di salvataggio le associazioni dei consumatori Adusbef e Federconsumatori annunciano che stanno studiando di denunciare la Troika «dinanzi alla Corte di Giustizia europea per aggiotaggio e turbativa di mercato (qualora i giuristi incaricati ne dovessero ravvisare i presupposti legali)». Le associazioni si chiedono: la «Troika pagherà mai per il panico creato in Europa» nella gestione del salvataggio di Cipro?

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