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Questo articolo è stato pubblicato il 10 maggio 2013 alle ore 07:37.
TOKYO - Buone notizie per il mercato del debito sovrano europeo: gli investitori istituzionali giapponesi, dopo due mesi di prevalenti vendite, hanno finalmente cominciato a comprare ampie quantità di bond esteri, mettendosi alla ricerca di più alti rendimenti, con un saldo netto di 5,1 miliardi di dollari in due settimane.
Dopo l'allentamento monetario quantitativo e qualitativo varato dalla Bank of Japan il 4 aprile scorso, i tassi sui bond europei (compresi quelli italiani) erano calati in anticipazione di un afflusso di denaro giapponese, ma fino alla fine di aprile questi acquisti non si erano materializzati. Il mercato ne aveva beneficiato lo stesso, perché a comprare erano stati i fondi occidentali con una mossa "preventiva". Le statistiche provenienti dal Giappone, però, avevano cominciato a preoccupare: nell'intero mese di aprile, in realtà, gli investitori nipponici hanno compiuto vendite nette di bond esteri per 2.200 miliardi di yen (22 miliardi di dollari), rimpatriando un totale di 2.400 miliardi di yen, includendo cessioni di titoli azionari e altri strumenti monetari; capofila erano state le banche, che hanno ceduto bond esteri per 2.400 miliardi nel corso del mese, mentre assicurazioni e fondi comuni - questi ultimi includono i risparmiatori - hanno registrato un saldo positivo per 776,2 miliardi. In parte, la dinamica che ci si attendeva pare sia stata ritardata dal fatto che, all'inizio dell'anno fiscale, gli istituzionali nipponici tendono a vendere bond esteri per blindare un po' di profitti prima di lanciarsi su nuove scommesse.
L'inversione complessiva di tendenza è cominciata nelle due settimane concluse il 4 maggio: le statistiche del Ministero delle Finanze di Tokyo hanno reso noto oggi che compagnie assicurative e banche nipponiche in quel periodo hanno compiuto acquisti netti per 514,3 miliardi di yen (5,1 miliardi di dollari), contro le vendite nette per 3.400 miliardi di yen (34miliardi di dollari) nelle precedenti sei settimane. Per lo più questi fondi, verosimilmente, si sono indirizzati verso i Treasuries americani, ma una parte è sicuramente finita in obbligazioni sovrane europee.
Il bello è che, mentre i giapponesi spostano denaro oltreconfine, gli investitori americani ed europei comprano azioni nipponiche a man bassa, solo in aprile per 3.100 miliardi di yen. E stanno continuando a spingere il Nikkei, che con un altro forte balzo oggi ha raggiunto i massimi dal gennaio 2008 in coincidenza con lo sfondamento di quota 100 da parte del dollaro sullo yen. Secondo vari osservatori, in parte i nuovi acquisti di bond esteri da parte giapponese sono effettuati senza hedging valutario e quindi nella scommessa su una ulteriore fase di indebolimento dello yen.
Tra fine aprile e inizio maggio le grandi compagnie di assicurazione vita giapponesi hanno segnalato che considereranno la possibilità di incrementare il loro portafoglio di titoli esteri e qualcuno ha fatto riferimento specifico all'eventualità di comprare titoli sovrani a breve anche di Paesi dell'Europa mediterranea.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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