Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 19 novembre 2014 alle ore 06:39.
L'ultima modifica è del 24 novembre 2014 alle ore 10:34.

My24

Gli uffici di Gild sono nel cuore del distretto finanziario di San Francisco, al 465 di California Street, e occupano circa metà del 12esimo piano. «Nei prossimi mesi ci espanderemo anche nell'altra metà», dice sulla porta d'ingresso Luca Bonmassar, 32 anni, che dell'azienda è cofondatore. Appesa in bacheca c'è una pagina del New York Times con la foto e la storia di Jade Dominguez, un programmatore 26enne che fino a poco fa scriveva i suoi progetti nella solitudine della sua cameretta a South Pasadena.

Ex studente nella media alle scuole superiori, non ha fatto l'università, «ma qualcuno, là fuori nella nuvola, ha creduto che poteva essere una mente brillante» scriveva il quotidiano americano nella copertina di Business Sunday del 27 aprile 2013».
Quel qualcuno era Luca Bonmassar.

Dominguez è stato scovato dalle tecnologie di Gild usando algoritmi che si focalizzano meno sui criteri tradizionali - laurea a Stanford, un lavoro a Google - e più sulle performance. «Quando lavoravo a Vodafone in Germania mi è capitato di occuparmi di selezione del personale e ho capito che il tradizionale sistema di recruitment non funziona». Centinaia di curricula cancellati, ricerche finalizzate ai titoli e non alle giuste competenze.

Bonmassar elabora un algoritmo e ne fa un'azienda insieme a un collega: Coderloop. Si trasferisce a San Francisco. Un competitor la incorpora e nasce Gild. «Dapprima ci siamo specializzati nella ricerca di talenti nel mondo dell'informatica, creando un database di 15 milioni di sviluppatori».

Gente come Jade Dominguez, «che nei forum dedicati agli sviluppatori aveva una grande reputazione, solo che non emergeva dalla tradizionale analisi dei curricula». Gild prende in esame ogni segnale che arriva dalla rete: la reputazione nei siti specializzati, social network, attività all'interno di LinkedIn (se un utente è particolarmente attivo da qualche giorno, forse è alla ricerca di un lavoro…). Una specie di Google dei talenti.

«Con il tempo ci siamo allargati oltre il mondo degli sviluppatori e siamo diventati bravi a processare i Big data. Abbiamo fatto alcune acquisizioni e ora alle aziende offriamo ricerca di talenti - non solo tecnici - intelligence e profilazione social via curriculum». Gild ha un centinaio di dipendenti, erano 50 un anno fa e vuole continuare a crescere con questo ritmo. Quindici di questi, concentrati sulla parte di ricerca, lavorano a Milano: «Scegliamo gli italiani perché sulle competenze non hanno nulla da invidiare agli ingegneri della Silicon Valley, inoltre hanno più motivazioni e capacità di problem solving». Al momento il servizio è disponibile soltanto negli Stati Uniti. In tre anni l'azienda ha raccolto 26 milioni di dollari di finanziamento e nel medio termine pensa all'Ipo. Il concorrente? LinkedIn, nella sua parte di business dedicata alle aziende.

A Bonmasser non gli piace l’hype modaiolo con cui spesso si parla di startup, anche negli Stati Uniti. Per questo il suo consiglio alle startup italiane che sognano la California è «di studiarsi prima, e bene, il mercato europeo, perché venire in California è molto moto difficile». Entrare nel famoso “network” se non sei laureato a Stanford non è semplice. A meno che non si venga scoperti da Gild.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi