Asia e Oceania

L'era Trump alimenta le ansie della comunità d'affari in Cina

dalla nostra corrispondente Rita Fatiguso

(Afp)

2' di lettura

PECHINO - I malumori delle Camere di commercio straniere sul sentiment del business in Cina erano in rapida crescita già nel 2016. Ma ora le accuse di Donald Trump alla Cina di essere il più grande Paese protezionista al mondo e di manipolare la valuta in favore dell'export made in China stanno seminando ulteriore sgomento nella comunità d'affari internazionale.

A distanza, dalla Great Hall of People, Gu Shengzu e Wu Xiaoling, entrambi vice responsabili del comitato economico e finanziario del National People Congress, in un incontro con i media hanno smorzato i toni, soprattutto hanno ricordato i profitti che le aziende straniere fanno e continueranno a fare in Cina.
Posizione molto chiara, a quanto pare.

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Timori per il primo discorso di Trump
Ma le aziende straniere tremano per quanto dirà Donald Trump sul fronte cinese nel discorso di insediamento. Buone relazioni mai come in questo momento sono essenziali.
Oltre la metà delle aziende europee in Cina aveva dichiarato nel Survey 2016 della Camera di Commercio europea che nel 2017 avrebbe rivisto i termini della presenza cinese. Ultima in ordine di tempo è arrivata la Camera di commercio americana in Cina. Le aziende americane si sentono molto meno benvenute in Cina e il fenomeno della delocalizzazione c'è, la frustrazione per un mercato ancora pieno di paletti, pure.

La relazione della Camera di commercio americana in Cina riflette la delusione per un mercato chiave, ma sul quale si devono affrontare sforzi crescenti per bloccare l'accesso alla tecnologia e altri settori promettenti.

L'81% delle aziende che hanno risposto al survey hanno dichiarato di sentirsi meno ben accette, il 60% ha poca o nessuna fiducia nel fatto che Pechino sia realmente impegnata ad aprire ulteriormente i mercati nei prossimi tre anni.

Guerra doganale
La Cina scoraggia gli investimenti, in più è in atto una guerra a colpi di dazi e tariffe. In ballo ci sono acciaio, alluminio, pannelli solari e altri prodotti low cost.
Il 72% (rispetto al 64 dell'anno scorso) delel aziende Usa in Cina crede però nell'importanza delle relazioni positive.

Un'eco di questa posizione si ritrova anche tra le aziende italiane. Si è appena concluso il terzo Ritiro della Comunità d'affari italiani in Cina, oltre un centinaio di realtà presenti a Yanqi Lake organizzate da ambasciata, Camera di commercio, Ice. L'idea emersa è che, appunto, la Cina rappresenti ancora una grande opportunità, anche in un quadro generale che cambia costantemente, costringendo a continue novità.

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