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Se torna la voglia di un’Europa unita e federale

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le proposte della commissione

Se torna la voglia di un’Europa unita e federale

Mentre alcuni Paesi europei, in particolare Francia e Germania, propongono diversi progetti al fine di riuscire a tenere insieme l’Unione Europea, prima che la lunga crisi globale definitivamente allontani qualsivoglia prospettiva unitaria, sopraffatta da massimalismi e populismi nazionali, finalmente anche la Commissione Europea, rivendicando la propria funzione, si è risvegliata. Infatti, mercoledì scorso, la Commissione ha illustrato tre nuove proposte di legge: la prima, la rappresentanza unica dell’Eurogruppo nel Fondo Monetario Internazionale e nel suo consiglio di amministrazione; la seconda, l’istituzione di un consiglio di bilancio indipendente, con compiti di consulenza, per il risanamento dei conti pubblici dei Paesi membri; e infine, la creazione di consigli nazionali di competitività nei singoli Paesi.

La prima proposta toglierebbe giustamente al FMI quel dominio americano che, finora, ha smorzato la voce dell’Europa. La terza proposta sembra invece contrastare le derive politiche delle autorità antitrust dei vari Paesi europei, più organi politici che organismi regolatori: vizio peraltro comune di tutte le autorità indipendenti, sovrabbondanti nella crisi delle democrazie occidentali, che tendono ad occupare lo spazio lasciato vuoto dalla politica, come troppo sovente accade anche al potere giudiziario.

La seconda proposta, poi, pare a me quella che tocca più da vicino l’organizzazione stessa della Commissione e a proposito della quale abbiamo immediata diretta cognizione nella recentissima stentata approvazione della nostra legge di stabilità. La Commissione, proprio anche in applicazione delle deroghe ai rigorosi parametri comunitari e alle celeberrime clausole di salvaguardia, con discutibili ermeneutiche di flessibilità, si abbandona a decisioni più politiche che rigorosamente tecniche, rinunciando alla sua credibilità come regolatore, dando così parzialmente ragione al Ministro tedesco, Wolfgang Schäuble.

Queste proposte, se verranno approvate, costituiranno certamente un cambiamento notevole, anche per quel che riguarda i nostri conti pubblici. E per essi non sarebbe certo sbagliato tener conto che l’attuale situazione è stata favorita in larghissima misura dall’operare della Banca Centrale Europea. Pur in mancanza di qualunque collegamento politico, essa è stata decisiva, e continua ad esserlo anche con la politica di Quantitative Easing, nel migliorare i conti dello Stato italiano, in modo più efficace di ogni altra manovra interna, favorendo indirettamente la radicale riduzione dello spread, fino a portarlo sotto i 100 punti. Il che ha diminuito fortemente il pagamento degli interessi sull’enorme debito pubblico.

La strada per un’Europa unita e federale è ancora lunga, ma certamente il nuovo impegno della Commissione la favorisce. Nella speranza che anche il Parlamento la segua.

Paul Krugman, nell’affrontare il tema del ruolo dell’Europa e della sua importanza, ha affermato: «Modern Europe is built on a noble idea, but that idea needs more defenders». Anche in Italia quei difensori non paiono però abbondare, se non a parole.

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