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Questo articolo è stato pubblicato il 05 agosto 2012 alle ore 07:34.
L'ultima modifica è del 05 agosto 2012 alle ore 20:42.

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I festeggiamenti al Jet Propulsion LaboratoryI festeggiamenti al Jet Propulsion Laboratory

A Marte, A Marte! Curiosity di NASA è atterrata sul Pianeta Rosso alle 7:31 ora italiana dopo un viaggio di più di mezzo miliardo di chilometri, ma è da più di 100 anni, dal 1890, che l'umanità ha il Pianeta Rosso come meta importante anche se per decenni immaginaria. È questo infatti il pianeta in cui vivono i "marziani" che visitano, secondo i media e specie d'estate e col caldo, la Terra dal 1930 al 1970 ed è al tempo stesso quello in cui vogliamo andare, nonostante sia molto più piccolo, la sua gravità è circa il 40% della nostra e di conseguenza il nostro eventuale peso sulla sua superficie, non abbia un atmosfera respirabile e sia un mondo apparentemente secco. Ci mandiamo Curiosity, un assoluto gioiello tecnologico frutto di un lavoro di anni in campo spaziale, ma vorremmo, sotto sotto, mandarci degli esseri umani.

Da quando il grande astronomo italiano Schiapparelli da Milano, nell'ultimo decennio del 1800, vide i "canali di Marte" con il suo nuovo telescopio tedesco Mertz, tuttora visitabile presso l'Osservatorio di Milano nello splendido Palazzo di Brera, è stato tutto un susseguirsi di immaginazioni, alimentate in parte dallo Schiapparelli stesso, visioni di marziani, documentate anche da psicanalisti di fama in loro pazienti, racconti e altro fino ad arrivare, addirittura, a medicine "marziane" propagandate alla riunione del 1900 dei farmacisti italiani. E a Marte si sono ispirate infinite recenti storie di fantascienza a iniziare da capolavori come "Le sabbie di Marte" di Artur G.Clarke o "Cronache Marziane" di Ray Bradbury.

Quando andremo su Marte è la domanda? Un po' questo argomento sta diventando come la fusione nucleare, una speranza che realisticamente e onestamente gli scienziati dicono da decenni essere molto prossima e tale invece proprio non è, dato che si sposta continuamente più in là nel tempo.

Con le sonde su Marte ci sappiamo andare, anche se è assai meno facile di quello che può sembrare grazie ai successi degli ultimi dieci anni: dall'ottobre 1960, data della prima missione, fallita, per Marte con il satellite Marsnik 1 dell'allora Unione Sovietica, sono una quarantina i tentativi di arrivarci. Metà abbondante è andata a vuoto, soprattutto ai sovietici, ora russi, che hanno anche pochi mesi fa perso il complesso e costosissimo mezzo spaziale russo-cinese Phobos Grunt, un fallimento bruciante.

Ma di mandare uomini su Marte al momento non se ne parla. Troppo costoso, troppo rischioso, non sappiamo come proteggerli dai raggi cosmici che fra la Terra e Marte sono pericolosamente liberi fuori dal campo magnetico terrestre che a noi fa da scudo. E oltre a questo, e altro, non abbiamo probabilmente una tecnologia di spinta, un motore in parole povere, sufficientemente potente.

Eppure resta in lista nei piani delle Agenzie spaziali e nei desideri degli appassionati di spazio. Ad esempio la Cina non fa mistero di volerci andare con dei "tachinoauti", gli astronauti cinesi, entro il 2050 ed Elon Musk, il multimiliardario ora proprietario di SpaceX , la prima compagnia privata che è riuscita a spedire un mezzo alla stazione Spaziale internazionale e accaparrarsi un contratto di fornitura con NASA di 1.5 miliardi di dollari, dice che lui ci andrà coi suoi mezzi entro il 2030.

Chi avrà ragione ? Non resta che aspettare ma certamente val la pena di ricordare che il grande Von Braun, l'uomo che ci portò a toccare il suolo lunare con le missioni Apollo e di cui quest'anno cade il centenario della nascita, nel 1954 scrisse un libro su Marte prevedendo per la conquista umana del pianeta Rosso almeno un secolo di studi e prove. La cosa fece effetto e si ebbe una nuova ondata "popolare" di interesse per quel pianeta, comprese apparizioni di marziani e copertine della famosa Domenica del Corriere. Altri libri seguirono, anche autorevoli, che volevano per Marte la data del 1984 o del 1999, un po' ad effetto per la verità.

Per il momento aspettiamo di vedere che cosa ci racconterà Curiosity, il mezzo di NASA che arriverà dopo una manovra spericolata di atterraggio operata in modo completamente autonomo, sulla superficie del Pianeta alle 7.31 italiane di Lunedì 6 agosto. Su Curiosity anche un microchip con il Codice del volo degli uccelli, del 1505 di Leonardo da Vinci, custodito alla Biblioteca Reale di Torino, e di cui Charles Eliachi , direttore del Jet Propulsion Laboratory di NASA che ha realizzato il Curiosity, si è letteralmente innamorato durante una visita alla Biblioteca stessa.

Per vedere le ultime fasi del lungo viaggio di Curiosity basta seguire su Web all'indirizzo www.nasa.gov/ntv dalle 4 del mattino in Italia. Un po' presto, ma l'arrivo è previsto alle più abbordabili 7.31, un occhiata val la penna senz'altro.

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