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Questo articolo è stato pubblicato il 21 novembre 2014 alle ore 12:21.
L'ultima modifica è del 21 novembre 2014 alle ore 13:50.

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La Banca centrale cinese ha tagliato i tassi di interesse per ridare slancio a un’economia in rallentamento. È la prima volta dal luglio 2012. La banca ha ridotto di 25 punti base il tasso sui depositi a un anno al 2,75% e il tasso sui prestiti a un anno di 40 punti base al 5,6% con effetto da domani.

Alcuni operatori hanno definito «una sorpresa» la decisione, attribuita ai problemi peggiori del previsto dell'economia del Paese, che sta segnando i livelli di crescita annuali più bassi degli ultimi 24 anni.

La People’s Bank of China (Pboc) si unisce dunque a Bce e Banca del Giappone nell’adottare nuove misure espansive per rilanciare la crescita. «È assolutamente la cosa giusta da fare - commenta Wang Tao, chief economista di Ubs a Hong Kong- I tassi di interesse reali sono saliti molto negli ultimi tempi. Questo danneggia il cash flow delle aziende e minaccia di far salire i crediti in sofferenza».

La Pboc ha inoltre dato maggiore flessibilità alle banche nel fissare i tassi d’interesse sui depositi, consentendo loro di offrire rendimenti fino a 1,2 volte il tasso di riferimento invece di 1,1 volte. Un piccolo passo, ma significativo.

Nel comunicato diffuso oggi, la Pboc ha però affermato che non c’è bisogno di misure aggressive per stimolare la crescita dell’economia, frenando dunque le attese di nuovi interventi. Il Pil, ha detto la banca, cresce già a una velocità ragionevole. Nel terzo trimestre dell’anno la crescita si è fermata al 7,3%, il livello più basso dal primo trimestre del 2009, poco al di sotto dell’obiettivo del 7,5% dichiarato dal Governo.

La scorsa primavera le autorità cinesi avevano adottato «un mini-piano di rilancio», che contiene tagli fiscali e un ammorbidimento contenuto delle norme bancarie per incoraggiare i prestiti alle piccole imprese. Dopo l’estate la Banca centrale aveva poi cercato di stimolare l’economia con massicce iniezioni di liquidità (126 miliardi di dollari) e tagli alla quota di riserva obbligatoria delle banche commerciali. Il tanto atteso taglio dei tassi invece tardava. Oggi è arrivato, quando pochi se lo aspettavano.


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