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Questo articolo è stato pubblicato il 20 dicembre 2014 alle ore 12:39.
L'ultima modifica è del 21 dicembre 2014 alle ore 10:01.

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La legge di Stabilità, che avrebbe dovuto risolvere l'annosa questione della tassabilità come ”bene immobile” accatastato degli impianti industriali, ha effettivamente chiarito come vanno considerati: nel modo più punitivo possibile, quello previsto dalla circolare 6/T/2012 dell'allora agenzia del Territorio, soprattutto come usata dai Comuni.
Le imprese stanno lottando dal 2012 proprio contro l'interpretazione data dalla circolare 6/T, che adesso viene (scelta del tutto inconsueta) ad avere forza di legge.

La circolare, in sostanza, partendo dalla sentenza della Corte costituzionale 162/2008, afferma che per l'impianto «deve farsi riferimento non solo al criterio dell'essenzialità dello stesso per la destinazione economica dell'unità immobiliare, ma anche alla circostanza che lo stesso sia fisso, ovvero stabile (anche nel tempo), rispetto alle componenti strutturali dell'unità immobiliare». Il risultato concreto, magari indipendentemente dall'idea di chi aveva scritto la circolare, è, come dimostra il contenzioso che si è sviluppato in questi anni, che ormai si tende a mettere “sotto catasto” tutti i macchinari industriali (imbullonati o meno al suolo) per il semplice fatto che la loro presenza è essenziale per caratterizzare la destinazione economica dell'opificio.

In sostanza non si guarda con attenzione se si tratta di un impianto fisso strutturalmente o funzionalmente connesso con l'opificio, oppure di macchine o quanto altro esclusivamente finalizzato alla produzione che si svolge nello stabilimento. Gli impianti vengono così dotati tutti di rendita autonoma e naturalmente assoggettati a Imu e Tasi.
Con la “trasformazione” in legge della circolare, che varrà sino alla riforma del catasto (almeno altri cinque anni), tutti i contenziosi vengono così a cadere e gli imprenditori subiranno la tassazione.
La legge di Stabilità 2015 va quindi a cancellare definitivamente quanto affermava la legge 843/42, che aveva stabilito che gli immobili industriali (di cui al Rdl 652/39) fossero descritti in catasto con l'elencazione degli elementi costitutivi quali gli edifici, le aree, i generatori della forza motrice, le dighe, i canali adduttori o di scarico, eccetera).

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