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Questo articolo è stato pubblicato il 22 maggio 2014 alle ore 13:00.
L'ultima modifica è del 22 maggio 2014 alle ore 18:18.
Bisognerà attendere fino ai primi di giugno per conoscere il verdetto che il Consiglio d'Europa emetterà sulle misure adottate in Italia per risolvere il problema del sovraffollamento carcerario. Ma le reazioni positive, alcune molto positive, espresse dai vertici dell'istituzione per i dati e le iniziative che il ministro della giustizia Andrea Orlando è venuto a presentare di persona oggi a Strasburgo, fanno prevedere un verdetto favorevole, almeno per quanto è stato fatto sinora.
Probabilmente, infatti, l'organizzazione non potrà non incitare l'Italia a completare o mettere in atto nel più breve tempo possibile ulteriori misure, come quelle necessarie a compensare i carcerati che si sono visti negare il loro diritto a non essere sottoposti a trattamenti inumani e degradanti a causa del sovraffollamento carcerario. Ma intanto Orlando con la visita di oggi è riuscito a evitare il peggio e ha anzi ottenuto la necessaria fiducia dei vertici del Consiglio d'Europa per quanto sta facendo, e quindi a ottenere se non ufficialmente, almeno ufficiosamente, una deroga sulla scadenza fatidica del 27 maggio prossima, imposta dalla Corte di Strasburgo con la condanna Torreggiani.
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«L'incontro di oggi ci permette di costatare con grande soddisfazione l'impegno decisivo del ministro Orlando nel trovare delle soluzioni adeguate per risolvere il problema del sovraffollamento» ha affermato il vice segretario generale del Consiglio d'Europa, Gabriella Battaini Dragoni, al termine del suo colloquio col guardasigilli.
«Spero che con questa giornata sia chiaro a tutti nell'istituzione l'impegno definitivo dell'Italia per andare oltre il problema e poterlo risolvere in modo duraturo» ha aggiunto Battaini Dragoni, che ha anche rilevato come per lei, dai dati presentati dal ministro, non ci siano dubbi che l'Italia ha intrapreso la strada giusta. E i dati forniti dal ministro hanno fatto una buona impressione anche al presidente della Corte europea dei diritti dell'uomo, il lussemburghese, Dean Spielmann, che ha anche accettato l'invito di Orlando a venire in Italia.
I dati e le informazioni fornite dal Guardasigilli riguardano in particolare la diminuzione del numero di detenuti e le misure introdotte attraverso interventi normativi e amministrativi per riformare il sistema carcerario. Il ministro ha presentato le leggi appena introdotte sulla messa alla prova, e quella legata alle pene per reati di droga, che secondo lui dovrebbero tradursi in ulteriore riduzione del numero di carcerati. Ha anche parlato del sistema che ora permette attraverso alcuni indicatori di analizzare la situazione in ogni carcere, non solo sul fronte del sovraffollamento ma anche dei servizi offerti (una banca dati relativa a 154 strutture su 203 tra carceri e ospedali psichiatrici giudiziari è da oggi on line sul sito del ministero e sarà via via completata). Il ministro è poi andato nei dettagli degli accordi raggiunti con le Regioni, Toscana, Emilia Romagna, Lazio, Campania, Liguria, Umbria e del lavoro fatto per consentire il rimpatrio dei detenuti stranieri nei loro paesi di origine. Il ministro ha infine detto che una parte dei colloqui con le istituzioni del Consiglio d'Europa è stata dedicata a un confronto sulle misure che dovranno essere introdotte per indennizzare i detenuti.
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