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Questo articolo è stato pubblicato il 19 maggio 2012 alle ore 08:19.

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Un valore di oltre 100 miliardi di euro. È questo il perimetro degli investimenti in grandi opere che il ministro dello Sviluppo, Infrastrutture e Trasporti Corrado Passera ha voluto legare al battesimo, ieri a Roma, di una "mappa" delle infrastrutture consultabile in rete sul sito del ministero. Un volume di investimenti che include 27,7 miliardi di opere deliberate dal Cipe, 24,5 miliardi di opere sbloccate e «proceduralmente cantierabili» tra il 2012 e il 2013 e infine 50,9 miliardi di opere «identificate e in corso di approfondimento per essere cantierabili tra 2014 e 2015». Il totale di 103 miliardi, si legge sui documenti diffusi dal ministero, è «mediamente spendibile 20% all'anno».
«L'obiettivo di questo governo, ha ribadito Passera, «è mettere in moto interventi infrastrutturali per 100 miliardi tra fondi pubblici, privati e comunitari e questo è uno strumento fondamentale dell'agenda della crescita».
Nell'incontro, il responsabile delle Infrastrutture e il viceminsitro Mario Ciaccia, hanno confermato che anche il "cantiere normativo" è in piena attività, su vari fronti, dal Piano città alle infrastrutture. Proprio in tema di infrastrutture Passera ha annunciato un Cipe «corposo» entro la fine di giugno. In generale sullo sviluppo dell'economia, Ciaccia ha confermato l'arrivo di provvedimenti normativi, su due livelli: «Alcune misure saranno inserite in un disegno di legge e altre andranno con decreto legge», ha detto.
Altri due fronti di intervento legati alle grandi opere sono quello finanziario e il quadro delle competenze Stato-regioni. Sul primo aspetto Ciaccia ha detto «che va ampliata la defiscalizzazione e vanno migliorate le norme sul project bond per aumentare l'attrattività nei confronti degli investitori». Tra i possibili destinatari dei project bond ci sarebbero anche «piccoli risparmiatori», aveva detto il viceministro intervenendo al forum Pa.
Passera ha poi rilevato che, relativamente alle grandi opere, «oggi la legislazione concorrente è un problema. Dobbiamo chiarire meglio chi è responsabile. Le grandi reti e le infrastrutture dovrebbero rientrare tra le competenze nazionali, senza però perdere il contatto con il territorio». In corso anche il lavoro sul Piano città, il provvedimento che dovrebbe stimolare le trasformazioni urbane. L'iniziale idea di selezionare tre maxi-progetti "modello" in tre città è definitivamente tramontata per lasciare il posto a una procedura più aperta. Sarebbero i comuni a proporre delle iniziative. Queste verrebbero esaminate da un organo collegiale composto da tutti i soggetti interessati (istituzionali e non). Un organismo che rappresenterebbe una sorta di conferenza di servizi permanente. Resta delicata la questione di come disciplinare il coinvolgimento dell'operatore privato. Secondo indiscrezioni, nel Piano città ci sarebbe anche una norma specifica per favorire il social housing: la possibilità che Cassa depositi e prestiti investa fino al 60% di equity nei fondi immobiliari ad hoc. Il limite attuale è oggi al 40% e rappresenta un freno all'avvio di nuovi progetti.
Quanto alla mappa delle infrastrutture, la piattaforma on line presentata ieri consente di visionare le opere approvate dal Cipe e seguirne l'evoluzione.
Sul sito (http://cantieri.mit.gov.it) si accede a una banca dati dettagliata ma limitata ai provvedimenti del Cipe più "freschi", cioè a partire dalle deliberazioni del dicembre 2011. L'iniziativa, ha spiegato il ministro Passera, nasce per «mettere i cittadini in condizione di seguire come si svolge ogni opera e capire dove e come i soldi pubblici vengono impegnati». Ieri inoltre la Cdp ha effettuato emissioni obbligazionarie Zero Coupon Partly Paid, non subordinate e non assistite da garanzie, del valore complessivo di 542 milioni: la provvista é destinata a supporto dell'attività di finanziamento di progetti infrastrutturali.
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