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È morto Raymond Tomlinson, il papà dell’e-mail e della…

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aveva 74 anni

È morto Raymond Tomlinson, il papà dell’e-mail e della «chiocciola»

Raymond Tomlinson (Ap)
Raymond Tomlinson (Ap)

Raymond Tomlinson, considerato il «papà» dell’e-mail e l’ideatore della familiare «chiocciola» che ne contraddistigue gli indirizzi, è morto sabato scorsoall’età di 74 anni. La notizia è stata divulgata da un altro dei pionieri del Web, Vinton Gray Cerf, meglio conosciuto come Vin Cerf, oggi vice-presidente di Google.

Tomlinson era nato nel 1941 e si era laureato al prestigioso Mit (Massachusetts Institute of Technology) di Boston. La prima e-mail la scrisse nel 1971: progettò il programma in totale segreto, senza dare alcuna comunicazione ai suoi capi, mentre stava lavorando allo sviluppo di Arpanet, la rete riservata a militari e ricercatori che successivamente avrebbe dato vita a Internet.

Ingegnere informatico, Tomlinson è stato il primo a utilizzare il simbolo della «chiocciola» per indicare che ogni singolo messaggio dovesse andare a uno specifico computer della rete, separando il nome del destinatario dal resto dell’indirizzo. È noto anche per aver disegnato gli elementi fondamentali della posta elettronica, ideando le categorie di «oggetto» e del «destinatario». Nel 2012 era stato inserito nella «Walk of Fame» di Internet, un museo virtuale che accoglie le personalità che hanno dato un contributo riconosciuto come «straordinario» in questo campo.

Nel suo blog, Tomlinson ha raccontato nel dettaglio la storia della creazione della chiocciola, per evitare che un’aura di leggenda cancellasse i fatti storii. «La prima e-mail è stata inviata tra due macchine - ha spiegato - che si trovavano l’una accanto all’altra collegate tramite Arpanet. Il primo messaggio fu abbastanza insignificante, e in realtà l’ho dimenticato. Probabilmente si trattò di QWERTYUIOP (le prime lettere della tastiera) o qualcosa del genere. Non credete a tutto quel che leggete e non credete a tutto quello che leggete sul web: ricordate che ci sono esseri umani che stanno dietro queste pagine e gli esseri umani fanno errori».

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