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    Dossier | N. 21 articoliImpresaSocial

    «Sottovalutate le potenzialità per migliorare il brand e conquistare i clienti»

    «La digitalizzazione delle imprese? Solo un quarto delle imprese esaminate non ha un sito web, percentuale che sale al 33.2% per le aziende di piccole dimensioni e arriva al 46.3% per le imprese che operano nel B2B. Di queste, però, nessun ha pubblicato più di un post sulle proprioe pagine social nell’ultimo mese. Le imprese sottovalutano le potenzialità dei social media nel costruire il proprio brand e raggiungere i clienti». Pierluca Santoro è un esperto di marketing, comunicazione & sales intelligence; ma soprattutto è il project manager di Datamediahub, portalche che quotidianamente analizza l’evoluzione dell’editoria e della comunicazione. A molti, sulla rete, è noto come @pedroelrey. Gli abbiamo chiesto di analizzare l’approccio delle imprese italiane ad affacciarsi online e, tanto più, ai social media.

    «Se i social sono un fenomeno ampiamente consolidato, seppur in costante evoluzione, per molte aziende non pare avere senso esservi presenti ed ancor meno presidiare i canali con continuità ed in maniera adeguata - dice Santoro -. Nel 2016 la social media inability delle imprese italiane è un dato di fatto. E' quanto emerge dai risultati della ricerca Osservatorio sulla SocialMediAbility delle Aziende Italiane, (giunta alla sua quarta edizione e presentati all'inizio del 2016). Una ricerca che consente di far luce anche sull'uso da parte delle aziende B2B».

    Quali sono i settori in cui le imprese sono più presenti?
    Se le banche hanno quasi tutte una presenza in almeno un canale social, così non è nella moda con il 25% che non ha alcuna presenza sui social, percentuale che per le aziende alimentari passa al 32.7% per toccare l'80.2% nel B2B. L’indagine (promossa e realizzata dall'Executive Master in Social Media Marketing & Digital Communication) ha avviato il monitoraggio nel 2010 su un panel di 720 aziende italiane, appartenenti a 6 diversi settori: alimentare, arredamento, banche, hospitality, moda e, novità di quest'anno, aziende che, pur operando in settori diversi (manifattura, legno, gomma e plastica, metallurgia), sono accomunate da un modello di business di tipo B2B. Anche la dimensione aziendale, oltre al settore di appartenenza, sembra fare la differenza con le imprese di grandi dimensioni ad avere decisamente una maggior presenza sui social rispetto a medie e piccole.

    Qual è la piattaforma social più utilizzata?
    Facebook regna sovrano anche in questo caso con il 79% delle aziende del campione che ha una presenza sul social network più popoloso del pianeta. Instagram, di cui tanto si parla, è presidiato da un terzo delle imprese. Solo il 5% ha invece un corporate blog e si scende al 1% per quanto riguarda forum o brand community.
    Se sono già questi numeri che fanno tremare è nell'analisi qualitativa della presenza social che si tocca il fondo. Delle, poche, aziende B2B che hanno una presenza social nessuna, sottolineo nessuna, ha caricato almeno due post sulla propria fanpage nell'ultimo mese di attività, ma anche tra le banche il 13.3% ha creato una sua presenza ma nei fatti non è attiva, così come non sono attive il 18.4% delle aziende dell'alimentare, il 21.1% dell'arredamento e il 21.9% di quelle della moda. Anche per quanto riguarda Twitter le cose non vanno in maniera molto diversa, anzi

    Dove troviamo invece più attivismo?
    Le imprese che utilizzano almeno un social variano molto a seconda del comparto, del marcato in cui operano. Colpiscono le percentuali di utilizzo delle aziende manifatturiere ma anche quelle di utilities, servizi alle imprese e immobiliari che hanno un tasso di utilizzo davvero ridotto. Al top l’editoria a conferma, se necessario, del legame ormai indissolubile tra publishers e social. È interessante notare le differenze tra le aziende che utilizzano un solo canale social e chi invece ne utilizza due o più. Ad utilizzare un solo social media sono prevalentemente turismo e ristorazione. Dominano le attività editoriali invece per l'uso di due o più canali. Evidentemente nel caso di chi utilizza un solo mezzo non si può parlare di strategia social ma di mera presenza. Ulteriore conferma della “social media [in]ability” delle imprese del nostro Paese di cui si parlava nella precedente domanda.

    Facebook a parte, chi utilizza maggiormente altri social come Twitter?
    Se si escludono, ancora una volta, le attività editoriali, ad utilizzare Twitter sono davvero poche imprese. Stesso discorso per i siti Web di condivisione di contenuti multimediali (YouTube, Flickr, Picasa, SlideShare) dove naturalmente emergono anche le attività di produzione video e Tv. È davvero scarso l'utilizzo di piattaforme e strumenti di tipo Wiki basati sulla condivisione delle conoscenza. Un primo chiaro indicatore del ruolo pressoché esclusivamente promozionale che viene prevalentemente assegnato ai social da parte delle imprese finora.

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