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Questo articolo è stato pubblicato il 28 gennaio 2014 alle ore 13:08.
L'ultima modifica è del 28 gennaio 2014 alle ore 19:04.

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Ho 10, 15, 20mila euro da parte. E non so che fare. Investo questa somma in un conto di deposito, un BTp o un pari strumento "risk-free"? Oppure utilizzo questa liquidità per abbattere il debito residuo (e di conseguenza la quota interessi) del mio mutuo visto che mancano ancora diversi anni alla scadenza e visto che per i mutui stipulati dopo il 2007 non ci sono spese e commissioni di estinzione (anche parziale)?

Questa, a giudicare dalle numerose lettere ed email che stanno arrivando al Sole 24 Ore, è senza dubbio una delle domande del momento per il cittadino/risparmiatore/mutuatario qualunque.

Rispondere non è semplice, perché la variabili in gioco sono tante. Ma possiamo provarci. In linea di massima possiamo dire che per chi sta rimborsando mutui con tassi superiori al 4% converrebbe abbattere il mutuo piuttosto che investire la corrispondente somma. Ma è meglio approfondire.

La formula generale è la seguente: se il risparmio sugli interessi passivi supera il guadagno da interessi attivi (al netto di spese e tasse) conviene abbattere il mutuo. Nel caso contrario è preferibile investire e continuare a pagare il mutuo a condizioni invariate.

Primo passo: ipotizzare tassi futuri
Fin qui tutto ok. La parte difficile dell'esercizio matematico consiste nello stimare un tasso di interesse attivo medio dell'investimento per gli stessi anni di vita residua del mutuo . Nel caso stiamo pensando di investire in un conto di deposito è necessario fare delle stime su quale sarà il tasso di interesse attivo medio su un periodo di tempo che può essere di diversi lustri. Se oggi è il 2% lordo non è detto che resterà tale anche nei prossimi 15-20 anni (ipotesi di durata residua di un mutuo da abbattere). Probabilmente la media tenderà al 2%. Più semplice, invece, il discorso se l'investimento è focalizzato sul lunghissimo periodo, come può essere quello di un BTp a 10, 15 o 30 anni perché le cedole non cambiano. Ma si tenga presente che in questo caso ci si espone maggiormente al rischio inflazione. In questo momento, ad esempio il BTp a 10 anni rende il 3,9% a fronte di un'inflazione dello 0,7% (tasso reale 3,2%). Fissando oggi questo tasso per i prossimi anni si scommette che l'inflazione resterà bassa. In caso contrario (con un inflazione al 3%) il rendimento reale sarebbe fortemente eroso.

Insomma, la parte più difficile per chi si chiede oggi se abbattere il mutuo o investire è proprio quella di stimare oggi per il futuro (attualizzare) i rendimenti reali. Inoltre, in caso di mutuo in essere indicizzato al tasso variabile, bisogna anche essere in grado di conoscere il futuro andamento dei tassi Euribor per poter essere sicuri della scelta di allocazione del capitale.

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