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Questo articolo è stato pubblicato il 22 febbraio 2011 alle ore 06:43.
La determinazione con cui Pechino sta cercando di raffreddare i ritmi di crescita e l'inflazione sta cominciando a dare i primi frutti, quanto meno sull'industria siderurgica. In gennaio, secondo le ultime statistiche della World Steel Association (Worldsteel), la produzione cinese di acciaio è rimasta praticamente ferma: 52,8 milioni di tonnellate, in rialzo dello 0,5% rispetto a un anno prima. L'aspetto più rilevante è comunque il ridursi della quota di mercato, che è scesa al 44,2% rispetto al 46,3% di dicembre.
In rallentamento sono anche le acciaierie dell'altro gigante asiatico, l'India, che nel giro di un anno hanno perso lo 0,6% di produzione, scendendo a 5,6 milioni di tonnellate.
Come previsto da molti analisti, il testimone della crescita nel comparto siderurgico sembra essere passato in mano ad altre economie, più penalizzate durante la recessione. La produzione globale di acciaio è aumentata del 5,3% in gennaio, a 119 milioni di tonnellate, grazie soprattutto ad altri paesi asiatici (l'incremento dell'output è stato del 24,5% in Corea del Sud e del 10,7% in Giappone), agli Stati Uniti (+9,4% a 6,8 milioni di tonn) e ad alcuni paesi del Vecchio continente. L'Unione europea in gennaio ha sfornato nel complesso 14,2 milioni di tonn. di acciaio (+4%), con risultati decisamente superiori alla media per molti paesi dell'Est, oltre che per l'Austria e per l'Italia. La nostra produzione siderurgica è rimbalzata del 10,3% a 2,1 milioni di tonnellate.
È ancora presto per capire se le tendenze verranno confermate. La Cina in particolare, al di là delle intenzioni governative, potrebbe ancora una volta fallire nel suo intento di moderare la crescita di un settore afflitto da anni da un eccesso di capacità produttiva. Il ministero dell'Industria cinese la settimana scorsa ha previsto per il 2011 un output di 660 milioni di tonnellate di acciaio: una quantità che rappresenterebbe un nuovo record storico, ma che segnerebbe un rallentamento della crescita dal +9,3% dell'anno scorso a un +5 per cento. Nel 2010, secondo il ministero, la Cina ha prodotto 627 milioni di tonn. di acciaio, con un tasso di utilizzo degli impianti dell'82%: un'affermazione che suggerisce che la capacità produttiva abbia raggiunto ben 764 milioni di tonn, più di quanto stimava la maggior parte degli analisti. Un risultato indesiderato da parte del governo centrale, che finora ha visto delusi tutti gli sforzi per razionalizzare il settore, favorendone il consolidamento.