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Questo articolo è stato pubblicato il 26 agosto 2014 alle ore 15:58.
L'ultima modifica è del 27 agosto 2014 alle ore 12:11.

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Dopo 51 giorni, 2.136 vittime civili palestinesi, 11mila feriti, 64 militari e 5 civili vittime israeliane, è finito l'ultimo ennesimo conflitto israelo-palestinese. Dopo i continui razzi contro Israele del movimento radicale Hamas che dal 2007 controlla la Striscia di Gaza e l'operazione militare di aviazione e di terra avviata l'8 luglio scorso dall'esercito israeliano e denominata Protective Edge, si è raggiunto al Cairo un accordo per una tregua «di lunga durata», mediatore l'Egitto.

Erano stati i dirigenti di Hamas a far trapelare la notizia ora confermata anche da fonti israeliane secondo cui Israele «ha accettato la proposta egiziana per «un cessate il fuoco completo e illimitato» nella Striscia di Gaza. L'esercito israeliano ha avuto ordine di cessare gli attacchi a Gaza, dice poco dopo la tv Canale 10. A nome dell'Anp, il presidente palestinese Abu Mazen ha formalmente confermato il raggiungimento di una tregua duratura con Israele in un breve messaggio trasmesso dalla televisione nazionale palestinese.

Nel primo pomeriggio il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, aveva annunciato «siamo vicini ad intese politiche in linea con le richieste del nostro popolo» per un cessate il fuoco. Poco più tardi un altro esponente di Hamas, Musa Abu Marzuk, in un messaggio sulla sua pagina Facebook, scrive: «I colloqui sono terminati, abbiamo raggiunto un accordo» per una tregua nella Striscia di Gaza. Secondo Abu Marzuk, l'accordo per una tregua stabile nell'enclave palestinese «è una vittoria della resistenza» ed «incarna la resistenza del nostro popolo». Stando a fonti palestinesi, citate dal Jerusalem Post, l'annuncio del cessate il fuoco sarà fatto stasera dal presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese (Anp), Mahmoud Abbas-Abu Mazen.

Quanto a Israele, secondo Haaretz i ministri del Gabinetto di sicurezza israeliano sono stati informati che il Paese accetta la proposta egiziana. Non c'è ancora un annuncio ufficiale da parte del governo di Netanyahu.

Si tratterebbe «di un accordo permanente» aveva detto a France Presse subito dopo pranzo un responsabile palestinese che ha voluto rimanere anonimo. «I negoziati hanno portato a un cessate il fuoco permanente, alla fine del blocco e a una garanzia che le richieste e le necessità di Gaza saranno accolte», ha detto il responsabile palestinese. Al momento non ci sono conferme dal parte di Israele.

Di tregua di lunga durata per Gaza che «sarà siglata nelle prossime ore» parla anche il dirigente della Jihad islamica Khaled al-Batsh alla radio al-Quds di Gaza: «Israele ha accettato le richieste della delegazione palestinese» dice. Sempre dalla Jihad islamica si apprende che la tregua israelo-palestinese entrerà in vigore alle 18 locali, le 17 in Italia. Un'ora dopo, alle 19, inizierà a Ramallah un discorso del presidente palestinese Abu Mazen.

Secondo informazioni diffusesi in ambienti giornalistici di Gaza, la tregua si baserà sulle intese raggiunte due anni fa al Cairo da Israele e Hamas al termine della operazione Colonna di nuvola. Nell'immediato saranno riaperti i valichi di Gaza e l'area di pesca per gli abitanti di Gaza tornerà ad essere di sei miglia marine. La zona di interdizione lungo la barriera di confine dovrebbe essere annullata. L'Egitto, secondo queste indiscrezioni, è disposto a riaprire il valico di Rafah con la Striscia, ma solo entro i limiti imposti dalla situazione di sicurezza nel Sinai, dove il suo esercito è impegnato in combattimenti contro gruppi estremisti islamici. Solo fra un mese - secondo queste indiscrezioni - inizieranno al Cairo i negoziati israelo-palestinesi su questioni più complesse, fra cui la richiesta palestinese di dotare la Striscia di un porto e di un aeroporto, e la richiesta israeliana di smilitarizzare Gaza.

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