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Questo articolo è stato pubblicato il 25 giugno 2013 alle ore 09:32.

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Calcio, perquisite 41 società. Dietro compravendita giocatori sospetta  evasione e scambi finanziari - Tutto iniziò un anno fa

Gli uomini della Guardia di Finanza hanno perquisito 41 società tra seria A, B e minori per acquisire documentazione relativa ai contratti tra i club, calciatori e procuratori. I documenti al centro dell'indagine sono stati acquisiti nelle sedi di Juve, Milan, Napoli e Lazio. Lo si evince da una nota della Procura di Napoli. L'elenco delle società nelle cui sedi hanno operato i finanzieri comprende anche Parma, Pescara, Palermo, Atalanta, Juve Stabia, Benevento, Genoa, Catania, Spezia, Piacenza, Livorno, Bari, Vicenza, Siena, Reggina, Chievo, Cesena, Grosseto, Gubbio, Lecce, Ternana, Sampdoria, Triestina, Fiorentina, Portogruaro, Brescia, Mantova, Torino e Albinoleffe. Nella massima serie, risultano estranee solo Bologna e Cagliari. Sarebbero invece coinvolte anche alcune società straniere di cui non sono stati resi noti i nomi.

L'indagine è condotta dalla Procura di Napoli. Nel mirino dei finanzieri i rapporti fra club e calciatori rappresentati dai procuratori Alejandro Mazzoni e Alessandro Moggi. Gli accordi incriminati tra società di calcio, procuratori e giocatori sono più di 50: tra questi ci sono quelli dell'ex attaccante del Napoli Lavezzi e del centrocampista del Milan . La lista include anche Sculli, Immobile, Mutu, Datolo, Pellicori, Tacchinardi, Perea, Molinaro, Stellini, Franceschini, Curiale, Danti, Innocenti, Calaiò, Bogdani, Liverani, Fernandez, Sforzini, Cozza, De Rose, Tavano, Chavez, Paletta, D'Agostino, Scarlato, Denis, Statella, Stendardo, Davì, Acosta, Fideleff, Paniagua, Cassetti, Jankulovski, Stankevicius, Oddo, Contini, Paro, Graffiedi, Dorlan, Arcari, Arce, Legrottaglie, Mora, Amodio, Fontanello, Foggia, Bryan, Battaglia, Botta, Aronica, Guzman e Campagnaro. I procuratori coinvolti, oltre al "tandem" Mazzoni e Moggi, sono Hidalgo, Battistini, Rodriguez, Guastadisegno, Rodella, Gallo, Calleri, Vilarino, Calaiò e Leonardi.

Indagando sulle società di calcio la Guardia di Finanza ha rilevato una situazione di «squilibrio gestionale sul piano economico-finanziario» nonostante i club abbiano visto aumentare gli introiti attraverso gli incassi delle manifestazioni sportive, le sponsorizzazioni e i diritti televisivi. Secondo fonti qualificate non è affatto escluso che possano aver fatto ricorso ad «operazioni finanziarie illecite». L'inchiesta è riconducibile ad un fenomeno "generalizzato" nel mondo del calcio: la progressiva lievitazione degli oneri d'ingaggio dei giocatori, che va di pari passo con la necessità delle società di assicurarsi i calciatori migliori. Ecco perché l'indagine, che al momento non vede calciatori indagati, punta a chiarire diversi aspetti dell'operatività delle società dal punto di vista fiscale e tributario

«Allo stato delle attività - si legge in una nota della Procura - è emersa la necessità di procedere alla verifica di modalità ed estensione pratica di alcuni meccanismi di aggiramento delle regole di tassazione dei contratti, prescelti per sottrarre al fisco ingenti quantità di denaro in relazione a ciascuna operazione di trasferimento di tesserati della Federazione Italiana Giuoco Calciouratori».

A coordinare le operazioni, il procuratore aggiunto Melillo e dai pm Ardituro, Capuano, Ranieri e De Simone Le perquisizioni vengono eseguite dal Nucleo di polizia tributaria del capoluogo campan e dai reparti territoriali della Guardia di Finanza, con l'obiettivo di acquisire i contratti dei calciatori. Secondo quanto si apprende, l'inchiesta è nata nel 2011 da documenti sequestrati nel corso di perquisizioni anche nelle sedi del Napoli e della Filmauro e relative ai contratti di ingaggio di giocatori internazionali attraverso la mediazione di procuratori tra cui lo stesso Moggi. A diverso titolo, sono stati ipotizzati i reati di associazione a delinquere, false fatturazioni, riciclaggio ed evasione fiscale.

Damiano Tommasi, presidente dell'Associazione italiana calciatori (Aic), suggerisce prudenza: «Ancora ci sono pochi elementi per valutare la portata dell'indagine. Comunque è una questione che riguarda più l'aspetto finanziario, di gestione fiscale, che non quello sportivo. Non resta che aspettare gli sviluppi».

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