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Questo articolo è stato pubblicato il 08 marzo 2012 alle ore 06:45.

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Pechino fa un altro passo verso l'internazionalizzazione della sua valuta e si prepara ad accordare prestiti in renminbi agli altri Paesi del club dei Brics.
Il 29 marzo la China Development Bank siglerà un memorandum d'intesa a New Delhi con le banche per lo sviluppo di Brasile, Russia, India e Sudafrica. In base all'accordo, la parte cinese, che eroga soprattutto prestiti all'estero in dollari, metterà a disposizione fondi in yuan. Le banche degli altri Paesi dei Brics a loro volta concederanno prestiti denominati nelle loro valute nazionali.
L'obiettivo è doppio: sviluppare il commercio bilaterale tra le cinque nazioni del club degli emergenti e promuovere l'utilizzo dello yuan al posto del dollaro negli scambi commerciali e nei prestiti internazionali. L'iniziativa si inquadra in una ormai lunga serie di piccoli passi che rendono sempre più internazionale, e vicino alla piena convertibilità, lo yuan. Solo due giorni fa, Nbd, banca leader degli Emirati Uniti per capitalizzazione e controllata dallo Stato, ha lanciato un collocamento in valuta cinese a tre anni. L'obiettivo è raccogliere fino a 750 milioni di yuan, circa 120 milioni di dollari. Nei mesi scorsi altre aziende di primo piano come McDonalds, Volkswagen, Tesco hanno raccolto fondi in yuan con collocamenti off-shore. A gennaio Cina ed Emirati Uniti hanno siglato un accordo di swap di valute per 35 miliardi di yuan, 5,5 miliardi di dollari, per incentivare investimenti e scambi commerciali reciproci.
La Chinese Development Bank ha recentemente erogato un prestito da 30 miliardi di dollari a Petróleos de Venezuela, la compagnia di Stato di Caracas, che ripagherà metà del finanziamento in petrolio.
Meno del 13% degli scambi tra la Cina e i suoi partner asiatici è denominato in yuan. Secondo Hsbc, il commercio in valuta cinese ha però forti potenzialità di crescita e potrebbe raggiungere il 50% del totale entro il 2015.
La notizia dell'accordo è stata confermata dalla Banca del Brasile per lo sviluppo e da quella del Sudafrica, secondo le quali a New Dehli a fine mese saranno definiti i dettagli dell'accordo quadro. La Banca brasiliana ha un portafoglio prestiti quattro volte maggiore di quello della Banca mondiale. Da Pechino non sono arrivate conferme né commenti sull'iniziativa. Le altre parti contraenti saranno la Vnesheconombank russa, la Export-Import Bank indiana e la Development Bank del Sudafrica.
I Governi dei Brics spingono ormai da tempo per un ridimensionamento del ruolo del dollaro come moneta internazionale. Ad aprile dell'anno scorso, dopo un vertice in Cina, avevano diffuso un comunicato congiunto per un sistema monetario fondato su una base più ampia.
Sebbene negli ultimi mesi il dollaro si sia apprezzato, in molti ritengono che tornerà a indebolirsi nel lungo termine e vorrebbero avere una moneta alternativa come riferimento per gli scambi internazionali, ma non considerano l'euro all'altezza del compito.
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