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La Fed: l’economia globale rallenta, «opportuno attendere» su tassi

  • –con un post di Econopoly

La Federal Reserve non ha deciso di alzare i tassi di interesse in occasione dell'incontro del Fomc, il braccio operativo della Fed, lo scorso settembre, in quanto l'impatto del rallentamento dell'economia mondiale ha reso “opportuno attendere” tempi migliori, complici le preoccupazioni sull'andamento dell'inflazione. È quanto emerge dai verbali del Fomc relativi agli incontri del 16-17 settembre, da cui emerge che parecchi delegati del Fomc hanno espresso timori sull'impatto del rallentamento della crescita economica in Cina sugli Usa, sul rafforzamento del dollaro, che viene citato per ben 25 volte nelle minute, e sul calo dell'inflazione che viene prevista sotto il 2% entro la fine del 2018. Numerosi membri del Fomc, in particolare, si legge nei verbali, “hanno riconosciuto che i recenti sviluppi globali economici e finanziari possano aver accresciuto i rischi di un calo dell'attivita' economica in una certa misura”, il che include anche l'apprezzamento del dollaro, un calo dell'export e dell'inflazione.

Nei verbali si legge anche che, mentre la maggior parte dei membri del Fomc si aspetta che “le condizioni per una stabilizzazione politica siano rispettate o che lo saranno entro fine anno”, alcuni non ne sono così sicuri. Secondo questi ultimi, indicano i verbali, “sebbene possa essere vicino il momento di una normalizzazione politica, sarebbe adeguato attendere per ottenere maggiori informazioni” sul mercato del lavoro al fine di confermare che “le prospettive della crescita economica non siano peggiorate sensibilmente”.

I membri del Fomc, che nell'ultima riunione di settembre hanno lasciato invariato il costo del denaro negli Usa vicino allo zero, rilevano che “i recenti sviluppi economici e finanziari globali hanno in certa misura frenato le prospettive dell'economia e hanno esercitato nuove pressioni sull'inflazione nel breve termine”. Dai verbali degli incontri del mese scorso non risultano inoltre forti disaccordi tra i membri quanto alla decisione di non muovere i tassi. “Dopo aver valutato le prospettive dell'attività economica, del mercato del lavoro e dell'inflazione e dopo aver valutato le incertezze legate alle prospettive, tutti, ad eccezione di uno, hanno concluso che, sebbene l'economia americana si sia rafforzata, le condizioni dell'economia non legittimavano un aumento nella gamma dei target per i tassi Fed fund nell'incontro”.

Le prospettive sulla crescita e la performance del mercato del lavoro restano elementi cruciali quanto a un cambiamento della politica monetaria americana. “La maggior parte dei delegati ha concordato che avranno piu' fiducia che l'inflazione si muova verso l'obiettivo della Fed se, come previsto, l'attività economica continuerà ad espandersi a un tasso moderato e le condizioni del mercato del lavoro miglioreranno ulteriormente”, aggiungono i verbali secondo cui alcuni delegati hanno anche indicato che la loro fiducia aumenterebbe se ci fosse un incremento dei salari, anche se questo fattore non rappresenta una precondizione per aumentare il costo del denaro.

Tredici su diciassette funzionari del Fomc hanno detto di prevedere una mossa sui tassi entro fine anno. Janet Yellen, numero uno della Fed, ha indicato in un discorso successivo agli incontri di settembre di essere una dei tredici. (Radiocor)

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