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Questo articolo è stato pubblicato il 28 agosto 2012 alle ore 06:37.

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La Bce fa "filtrare" le linee guida di quanto deciderà nella riunione del 6 settembre con il nuovo piano di acquisti dei bond in funzione anti-spread, distanziandosi dalle posizioni oltranziste della Bundesbank che accusa Mario Draghi di voler finanziare gli Stati in modo indiretto, attraverso un intervento di Jörg Asmussen, il membro tedesco del bord dell'istituto centrale.
L'intera discussione in seno alla Bce «si orienterà sul principio che qualsiasi riserva sul fatto che si tratti di un finanziamento ai Governi contrario ai Trattati venga cancellata», ha premesso Asmussen per cercare di evitare frizioni con il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann.
Il nuovo piano di acquisti di bond della Bce, presentato in sintesi a inizio agosto e in via di definizione, sarà strutturato in modo tale «da non ripetere l'errore commesso con l'Italia l'estate scorsa, quando la Bce ha acquistato titoli di Stato italiani e il tempo guadagnato non è stato purtroppo usato per le necessarie misure di aggiustamento». Il riferimento esplicito è al governo Berlusconi che – non appena l'allora presidente dell'Eurotower, Jean-Claude Trichet, diede il via all'aquisto di bond italiani – frenò sul varo delle riforme accordate in precedenza con la famosa lettera contenente i punti da recepire per recuperare la competitività perduta, spaventato dall'impopolarità delle riforme (liberalizzazioni, mercato del lavoro, tagli di spesa).
Lo ha detto Jörg Asmussen, membro tedesco del Comitato esecutivo della Bce ed ex consigliere economico del Cancelliere tedesco Angela Merkel, in un discorso tenuto ad Amburgo.
Nello spiegare la necessità di nuovi interventi da parte della Bce, Asmussen, in piena sintonia con il presidente Mario Draghi, ha sottolineato come la frammentazione dei mercati finanziari dell'Eurozona abbia fatto sì che «un segnale di politica monetaria come il taglio dei tassi deciso in luglio abbia avuto un impatto non omogeneo, o addirittura, nessun impatto sull'economia reale». Il forte disallineamento dei mercati dei titoli di Stato ostacola la giusta trasmissione della politica monetaria della Bce: «In particolare - ha detto Asmussen - le voci sull'uscita di singoli Paesi membri, e della conseguente svalutazione, danneggiano in modo massiccio il funzionamento del mercato interbancario». Insomma Asmussen, indiretamente, ha ribadito che la Bce darà una risposta di dimensioni tali da eliminare ogni timore dei mercati di una fuoriuscita dall'Eurozona della Spagna e dell'Italia.
Il nuovo piano anti-spread avrà caratteristiche diverse rispetto al vecchio piano di acquisti (Smp) varato dalla Bce nel 2010 per aiutare i Paesi più in difficoltà dell'Eurozona, ha spiegato Asmussen: la Bce «si muoverà soltanto in parallelo con l'Efsf e in futuro con l'Esm», se la Corte costituzionale tedesca lo considererà legittimo, come si prevede, il 12 settembre. «Il Governo in questione dovrà presentare una richiesta di aiuto formale e sottostare a condizioni complessive di politica economica, cioè alla firma di un memorandum». «A mio parere - ha detto ancora Asmussen - dovrebbe essere il fondo salva-Stati a intervenire sul mercato primario prima che si attivi la Bce. Una tale richiesta è però soltanto una premessa indispensabile per l'intervento della Bce. Il Consiglio della Banca centrale continuerà a decidere in piena autonomia se, quando e come acquistare titoli di Stato sul mercato secondario». «In questo modo - ha concluso Asmussen - sarà garantito che il Paese in questione attui tutte le misure di riforma necessarie e concordate» e non si ripeta l'errore fatto l'estate scorsa con l'Italia. Asmussen non ha però chiarito chi deciderà se uno Stato rispetti o meno le indicazioni firmate, ma questo dovrebbe essere sciolto in sede politica.
La Bce, inoltre, risolverà il problema dello status di creditore privilegiato (la seniority) che in passato ha reso complesso ai Paesi in difficoltà il ritorno al mercato dei capitali. Infine, la Bce «acquisterà soltanto titoli di Stato con durata beve», in quanto la gestione del mercato monetario a breve termine è «il compito classico della politica monetaria», ma anche perché «i disallineamenti nelle scadenze più a breve della curva dei tassi sono particolarmente forti in momenti di crisi».
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IL CONFRONTO
Le due posizioni
Jörg Asmussen, il consigliere esecutivo nominato da Berlino, è considerato un moderato in opposizione alle recenti posizioni espresse dalla Bundesbank. «La Bce agirà solo in tandem con i fondi europei Efsf ed Esm, e a mio parere - ha detto Asmussen bocciando l'operato dell'ex presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, - Efsf o Esm dovrebbero intervenire sul mercato primario, su richiesta dello Stato interessato, prima che a muoversi sia la Bce»
Una posizione in linea con quanto già detto da Mario Draghi e che prevede l'acquisto dei titoli di Stato da parte della Bce condizionato dalla richiesta dello stato interessato
Una posizione di compromesso rispetto a quelle espresse dal "falco" Jens Weidmann, il presidente della Bundesbank, che ha definito l'idea che la Bce stabilisca i tassi dei bond «scabrosa»

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