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Questo articolo è stato pubblicato il 20 dicembre 2013 alle ore 12:19.
L'ultima modifica è del 20 dicembre 2013 alle ore 12:23.

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Stoccolma (foto Corbis)Stoccolma (foto Corbis)

L'abilità di impiegare le soluzioni tecnologiche in modo cross-funzionale ha un forte impatto sulla capacità di innovare di una città. È il concetto che ispira l'edizione 2013 del Networked Society City Index di Ericcson, che elegge nell'ordine Stoccolma, Londra e Singapore come le migliori tre metropoli del pianeta per maturità Ict. Nel complesso sono state analizzate 31 città, fra cui Pechino, Istanbul, New York, Oslo, Parigi, Taipei e Tokyo.

Nella lista non c'è nessuna presenza italiana, ed è forse un segno inequivocabile del gap che il Belpaese paga in fatto di informatizzazione e digitalizzazione a livello pubblico.
L'indice in questione misura la capacità di fare leva sugli investimenti in software, hardware e servizi per lo sviluppo economico, sociale e ambientale. Il legame tra l'Ict e il cosiddetto "triple bottom line", dice lo studio, è riconfermato e rafforzato e si concrettizza con l'adozione di sistemi avanzati come le reti 4G e gli open data.

La prima posizione di Stoccolma si spiega in tal senso con la qualità dell'infrastruttura Ict della capitale svedese, l'elevato tasso di penetrazione di smartphone e una rete ad alta velocità in fibra ottica che collega circa l'80% per cento delle famiglie in città e quasi il 100% delle aziende. Attributi che si combinano progetti di innovazione aventi le risorse Ict come principale fattore abilitante.

Esempi virtuosi dell'applicazione delle nuove tecnologie arrivano anche da Shanghai, il cui Environmental Protection Bureau comunica quotidianamente informazioni sulla qualità dell'aria tramite un sito web dedicato e il microblogging cinese Weibo. L'obiettivo? Rendere consapevole la popolazione degli effetti nocivi derivanti dall'inquinamento atmosferico.

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