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Le previsioni della commissione

Ue: crescita in calo nella zona euro. Italia, deficit al 2,5% (dal 2,3)

BRUXELLES – Con malcelata preoccupazione, la Commissione europea ha pubblicato oggi nuove previsioni economiche sul futuro della crescita nella zona euro, in calo rispetto alle stime dell'autunno scorso. Lo stesso destino da parte degli economisti dell'esecutivo comunitario ha subito l'economia italiana. A conferma di come sia delicato il giudizio che Bruxelles deve dare alla Finanziaria 2016, la Commissione ha rivisto dal 2,3 al 2,5% il deficit pubblico per quest'anno.

L'esecutivo comunitario si aspetta per quest’anno una crescita della zona euro dell'1,7%, rispetto all'1,8% previsto nell'autunno scorso (si veda Il Sole/24 Ore del 6 novembre). «La crescita continua a tassi moderati in Europa, ma settori significativi dell'economia mondiale stanno facendo i conti con sfide di prima importanza», si legge nel rapporto pubblicato stamani qui a Bruxelles. Nell'unione monetaria «la ripresa è lenta, sia in termini storici che rispetto ad altre economie avanzate». La Commissione vede all'orizzonte rischi “politici”, sia domestici che esterni. «Una leaderhsip a livello globale così come a livello europeo, tale da mostrare che una azione comune è accettata da tutti e applicata rapidamente sarebbe la risposta più efficace alle attuali preoccupazioni economiche», spiega la relazione comunitaria, particolarmente attesa in un contesto molto incerto, segnato da un rallentamento della Cina, un rischio di deflazione, e focolai di guerra in Medio Oriente.

Sul fronte italiano, l'esecutivo comunitario si aspetta che «l’economia prenda velocità nel 2016 e nel 2017, grazie a un rafforzamento della domanda interna». Prevede una crescita dell’1,4 nel 2016 e dell'1,3% nel 2017. Il deficit pubblico, sempre secondo la Commissione, dovrebbe essere rispettivamente del 2,5% e dell'1,5% del prodotto interno lordo. I dati sono peggiori di quelli attesi alla fine dell'anno scorso, quando Bruxelles si aspettava per quest'anno una crescita dell'1,5% e un disavanzo del 2,3 per cento.

La Commissione si aspetta un miglioramento dei bilanci bancari, oggetto recentemente di un accordo tra Roma e Bruxelles per liberare gli istituti di credito dalle sofferenze creditizie. Ciò detto, il previsto rallentamento dell'economia tra il 2016 e il 2017 è dovuto all'atteso aumento dell'imposta sul valore aggiunto così come a un incremento delle importazioni rispetto alle esportazioni. Secondo Bruxelles, «le dimaniche salariali moderate, la riduzione del cuneo fiscale e miglioramenti della produttività del lavoro dovrebbero tradursi in incrementi dei costi unitari del lavoro a livello nominale inferiori alla media della zona euro nel 2016 e nel 2017». Sul fronte del bilancio, nel 2016 la Commissione si aspetta un peggioramento del disavanzo strutturale di tre quarti di punto percentuale, per via di una Finanziaria ritenuta “espansiva” e di una crescita della spesa primaria dello 0,9% nominale.

Il debito è destinato a calare nel 2016 «solo leggermente», mentre il deficit nel 2017 dovrebbe scendere all'1,5%, al netto di nuove misure di politica economica. Questa batteria di dati giunge mentre la Commissione deve ancora dare il suo giudizio sulla Legge di Stabilità per quest'anno nella quale il governo ha rivisto gli obiettivi di bilancio europeo e chiesto l'applicazione controversa di una serie di clausole di flessibilità per evitare politiche troppo restrittive in un contesto economico fragile.

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