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Questo articolo è stato pubblicato il 06 agosto 2012 alle ore 17:07.

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La cura anti-spread passa anche e soprattutto per il taglio del debito pubblico che quest'anno vale oltre il 120% del Pil: in pratica quasi 2mila miliardi. A chiedere di abbattere lo stock del debito sono anche gli impegni europei che abbiamo sottoscritto: a cominciare dal fiscal compact, diventato legge in Italia lo scorso 20 luglio, che chiede a tutti i Paesi Ue di far scendere il rapporto tra l'indebitamento e il Pil al 60% nell'arco dei prossimi 20 anni. Da qui il fiorire di molte ricette anti debito tra i partiti politici e gli economisti. Ecco le principali.

Fondo pubblico che emette titoli
L'attuale presidente della Consob pensa alla creazione di un fondo pubblico di proprietà del Tesoro che possa emettere titoli garantiti dai «pezzi migliori dell'attivo dello Stato e perciò dotati del rating migliore». Con questi titoli si dovrebbero abbattere gli oneri del servizio del debito e lo spread.

Obbligazioni sul patrimonio pubblico
I professori Paola Savona e Antonio Maria Rinaldi propongono un'alienazione straordinaria di parte del patrimonio pubblico (circa il 20% per 400 miliardi). Vendita non immediata ma dopo preventiva valorizzazione da attuare attraverso la creazione di una «Newco», alla quale trasferire beni e asset che contestualmente emette obbligazioni con warrant.

Mix di misure: vendite e avanzo primario
Il presidente di Cassa depositi e prestiti, Franco Bassanini, ha lavorato con la sua fondazione Astrid a una proposta inviata nei giorni scorsi al premier Monti che si basa su di un mix di misure: dalla crescita dell'avanzo primario alla valorizzazione del patrimonio immobiliare fino alla tassazione dei capitali all'estero. Obiettivo Debito/Pil sotto il 100% in 6-7 anni.

Un prestito chiesto ai cittadini
La proposta dell'ex ragioniere generale dello Stato, Andrea Monorchio, insieme a Giulio Salerno Aletta (ex vice segretario generale di Palazzo Chigi) prevede un consolidamento dell'avanzo primario (l'attivo di bilancio al netto degli oneri finanziari) e la richiesta ai cittadini possessori di immobili di un prestito (volontario o forzoso, le opzioni sono aperte) pari a circa il 10% del valore dell'immobile.

Le ipotesi di patrimoniale
La preferenza dell'economista Mario Sarcinelli «non va ad una imposta straordinaria da far pagare in dieci o vent'anni, ma ad un tributo di 300 (0 500) miliardi da riscuotere in tre (o cinque) anni». Anche l'ex premier Giuliano Amato ha chiesto di valutare la possibilità di usare «un po' della ricchezza dei più ricchi per abbassare il debito».

Titoli di Stato con rimborsi a rate
L'ipotesi dell'economista Alessandro Pilato è quella relativa a un consolidamento del debito con l'emissione di titoli di stato a 30 anni per mille miliardi e a 10 anni per 750 miliardi, con rimborso del capitale in tranche attraverso due piani di ammortamento, dai quali si otterrebbero rate annue per 175 miliardi comprensivi di quote capitale e quote interessi.

Lo scudo anti-spread
L'idea, lanciata nei giorni scorsi da Angelino Alfano, è quella di creare un fondo privato a cui lo Stato cede asset da valorizzare (immobili, concessioni, diritti) e che sarà autorizzato ad emettere obbligazioni con cui abbattere il debito pubblico. L'operazione da 400 miliardi viene valutata da 20-25 punti di Pil.

La patrimoniale ordinaria
Da tempo il Pd parla di un'imposta ordinaria, strutturale (ossia permanente), ad aliquota molto contenuta. In particolare Stefano Fassina, responsabile economico del Pd, parla di un'imposta progressiva sui grandi valori immobiliari, pari allo 0,5% per i valori compresi da 1,2 ad 1,7 milioni di euro e allo 0,8% per importi oltre 1,7 milioni di euro.

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